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Sport | 05 novembre 2025, 12:10

Addio a Sergio Caramella: zittì Zamparini e il Bentegodi, "curando" il Varese come nessun altro. Quando il calcio era ancora di tutta la città

Se ne è andato a 91 anni una figura storica dei commercialisti varesini capace di compiere un'impresa eroica: ai tempi del primo fallimento del Varese (1988) salvò il titolo sportivo e la categoria scendendo in campo per conto del tribunale e ottenendo una salvezza "all'acqua minerale", unendo città, tifosi e imprenditori. Poi lasciò il testimone a Claudio Milanese e agli imprenditori che fecero nascere il Varese FC. Altra pasta d'uomo, altri tempi

Addio a Sergio Caramella: zittì Zamparini e il Bentegodi, "curando" il Varese come nessun altro. Quando il calcio era ancora di tutta la città

Indimenticabile, determinato, irreprensibile eppure umano e, soprattutto, tifoso: per noi, e per quelli come noi, Sergio Caramella, storico commercialista varesino (è stato anche ex presidente dell’Ordine dei Dottori Commercialisti del circondario del Tribunale di Varese) che se ne è andato a 91 anni, resterà per sempre l'uomo che, da curatore fallimentare, fu capace di tenere in vita il Varese - era un Varese che coinvolgeva davvero tutta la città e di cui ogni varesino era tifoso - ai tempi del primo fallimento del 1988 (ne seguirono altri tre, devastanti, che aprirono le porte della società a chiunque senza alcun paracadute morale o intervento che preservasse il buon nome della società, della sua storia e della città che rappresenta).

Caramella si chinò sul Varese con un amore, una cura, una passione eppure con un'inflessibilità e una risolutezza che non hanno avuto quasi paragone nella storia ultracentenaria del club. Da lui passavano perfino le spese per compare venti limoni e il te da dare alla squadra, ma anche l'orgoglio ferito di un mondo biancorosso che abbatteva anche i giganti. Si andava in trasferta in auto - sempre Caramella autorizzava il pagamento della benzina - e ci si salvò brindando con acqua minerale nello spogliatoio del Piola di Novara grazie a una banda di pirati biancorossi asserragliati attorno al bastione dell'allenatore Carletto Soldo e a lui, Caramella. Che alla prima trasferta del Varese fallito al Bentegodi di Verona contro il Chievo davanti a duemila spettatori in uno stadio da quarantamila aspettavano solo di banchettare su ciò che restava del club biancorosso, senza società e senza soldi. Prima battaglia, prima resistenza epica: «Abbiamo cominciato bene, ma quell'arbitro ha fatto durare la partita 94 minuti» dice a fine partita Caramella a Natale Cogliati, viscere, cuore e anima del Varese sulla Prealpina.

Venne poi la leggendaria trasferta a Mestre contro il Venezia Mestre di Zamparini, patron della Mercatone lanciato verso la promozione che dopo l'iniziale vantaggio varesino dello sfortunatissimo Verdicchio, che anni dopo decise di andarsene lasciando tutti senza parole, disse proprio davanti a Caramella: «Facciamo subito il pari e poi ci mettiamo a contare i gol che diamo al Varese, io dico cinque». Il pareggio arrivò, ma poi Zamparini restò a bocca asciutta con il portiere Fadoni che parò un rigore e, davanti a lui, una squadra eroica capace di immolarsi in area e impedire alla corazzata arancioneroverde di dilagare lasciando sul campo anima, sangue e cuore. Caramella telefona dagli spogliatoi al presidente del tribunale e dice: «Sai caro Vigna, abbiamo pareggiato o meglio hanno pareggiato loro. E pensare che ci avevano promesso cinque gol».

Caramella, in mezzo alla tempesta, fu il capitano che - insieme a Cicci Ossola e Carletto Soldo - rinsaldò il gruppo, soffio sulle vele dell'orgoglio, seguì come un padre autorevole e amoroso il gruppo e, poi, pur svolgendo il ruolo di chi doveva traghettare economicamente la fine di un nome glorioso (Varese Calcio) a quello che poi lo fu altrettanto (Varese Football Club) riuscì a salvare il patrimonio sportivo e umano - la categoria, i giocatori, la passione dei tifosi - nel passaggio tra un Varese e un altro, coinvolgendo la città (banche e politica comprese) perché un fallimento non radesse al suolo per sempre anche il presente, ma fosse una porta aperta sul futuro. Cosa mai più successa nella storia del club.

Il capolavoro più grande del curatore Caramella fu quello di consegnare il testimone, senza innamorarsene, al tribunale - scindendo debiti e titolo sportivo - e agli imprenditori coinvolti dopo quella salvezza eroica (la più eroica insieme a quella di tanti anni, sempre a Novara), dall'allora ventiseienne Claudio Milanese - che nell'ultima partita casalinga comprò 400 biglietti e li regalò ai tifosi - a Luigi Orrigoni, da Cesare Bernasconi a Guido Borghi. Nacque così il Varese Footbal Club, quello vero, grazie alla regia dell'indimenticabile Caramella. Curatore degli interessi di tutti, cioè quello che allora rappresentava il calcio a Varese, nell'interesse di tutti. 

L'ultimo saluto a Sergio Caramella verrà dato venerdì 7 novembre alle ore 14.30 nella Sala del Commiato del Tempio Crematorio del Cimitero di Giubiano.

Andrea Confalonieri

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