“Chi non diventa pazzo, non è normale.” E stavolta, caro Goran, lo hai dimostrato con i fatti. Dopo averlo detto in conferenza stampa, Goran Bregovic lo ha ripetuto davanti a un Teatro Ariston in delirio, scatenato dalla sua Orchestra per Matrimoni e Funerali. Cinque brani travolgenti, da In the Death Car a Gas Gas, fino a Bella Ciao e Kalasnjikov: un vero e proprio vento dell’Est ha attraversato la sala, accendendo la prima serata del Premio Tenco 2025 nel segno dell’energia, della memoria e della libertà.
A raccogliere il testimone, dopo di lui, è stato Lucio Corsi, doppio vincitore delle Targhe Tenco per il miglior album e la miglior canzone singola con Volevo essere un duro. Sul palco dove la sua carriera aveva già trovato un punto di svolta, Corsi ha riportato genuinità, ironia e talento puro. Cinque brani intensi, tra cui Cosa faremo da grandi e Nel cuore della notte, che hanno messo a nudo un artista autentico, capace di fondere teatralità e dolcezza in un equilibrio raro.
Ma la serata, presentata con classe e ritmo da Lorenzo Luporini (nipote di Giorgio Gaber) e Antonio Silva, è stata anche un viaggio corale nella canzone d’autore femminile. Emma Nolde ha aperto la rassegna sulle note di Lontano lontano, la sigla storica del Tenco, per poi proseguire con Sirene e Punto di vista: voce potente, presenza magnetica, la giovane cantautrice ha dato il via al festival con la giusta vibrazione.
Subito dopo, spazio alla poesia cruda di Lamante, tre brani intensi (Ciao cari, La magia più forte della morte, Come volevi essere), chiusi da un duetto con Emma Nolde su Dopo di te. E poi Ginevra Di Marco, premiata con la Targa Tenco come miglior interprete per Kaleidoscope, capace di incantare il pubblico con una performance ricca di emozione e mestiere: Canzone arrabbiata, Il coraggio di essere fragili, Rosa canta e cunta, Balla per Margherita.
Tra un applauso e l’altro, l’Ariston ha riscoperto anche l’anima più profonda del Tenco, con il video tributo ad Amilcare Rambaldi, il fondatore visionario del Club Tenco, e le performance di Stefano Tessadri e Alessio Lega, che hanno intrecciato musica e impegno, parole e disegni.
La prima serata si chiude così, tra follia e poesia, tra la forza di chi “non è normale se non diventa pazzo” e la delicatezza di chi, come Corsi, “voleva essere un duro” ma ha finito per commuovere. E mentre il sipario cala, il messaggio è chiaro: la memoria è viva, e canta ancora.
(Foto di Erika Bonazinga)





























































































Commenti