È in corso in queste ore la commissione consiliare dedicata alla crisi di AMT, convocata per fare chiarezza sullo stato dell’azienda e sulle strategie di rilancio. Al centro del dibattito, la situazione finanziaria della municipalizzata e le prospettive di un piano di salvataggio che dovrebbe definire i futuri assetti industriali e occupazionali.
Oltre ai consiglieri comunali, in aula sono presenti anche i lavoratori di Amt che stanno seguendo con grande attenzione gli sviluppo della vicenda e gli aggiornamenti sullo stato dell'azienda in crisi che coinvolge direttamente il loro futuro.
Tra gli auditi in questa prima parte di commissione ci sono i rappresentanti dei sindacati confederali e di base, così come sono presenti i vertici di Amt con il presidente Federico Berruti, il consigliere del cda Chicco Franchini, il direttore del personale di Amt Guido Castello, la direttrice generale Ilaria Gavuglio, il direttore finanziario di Amt Paolo Ravera e il direttore del movimento Amt Paolo Robbiano. Presente anche il collegio sindacale e i rappresentanti delle società di revisione Deloitte e PriceWaterhouseCopper.
L'inizio della commissione è stato incentrato però sull'assenza in aula della sindaca Silvia Salis, giunta poi a seguire gli interventi.
In apertura, a tenere banco è stato il dibattito sulla trasmissione in diretta televisiva della commissione, di fatto vietata dal regolamento comunale. La seduta, infatti, è trasmessa in streaming audio sui canali ufficiali dell’amministrazione, ma il centrodestra ha parlato di diritto di cronaca negato.
“Ho chiesto questa commissione perché si tratta di un passaggio importante per la città. A noi il compito di fare tre cose, basate sui numeri. Il primo mantenere l’azienda pubblica, il secondo è realizzare un nuovo patto sociale con chi lavora in Amt e chi rappresenta chi lavora in Amt, ovvero le organizzazione sindacali chiedendo un aiuto a loro perché serve il contributo di tutti, mantenendo il lavoro dignitoso. Terzo e ultimo obiettivo il mantenimento del servizio pubblico per chi lo usa, che siano lavoratori o utenti in generale. Su queste tre basi si ponga l’inizio di un confronto in maniera serrata”, ha affermato Filippo Bruzzone, consigliere Lista Salis.
A seguire l’intervento dell’ex vicesindaco Pietro Piciocchi: “Nessuno ha mai nascosto che l’azienda avesse problemi strutturali, che sono comuni a tutte le aziende di trasporto pubblico in italia. Il punto è come affrontarle - afferma Piciocchi -, perché si sta dando un messaggio negativo della situazione. Chiediamo garanzie che non ci sia disegno della privatizzazione: non dubito della buona fede vostra, ma non dipende da voi perché ci sono presupposti di legge. A cosa serve cercare il colpevole? Deponiamo le armi e cerchiamo di capire come lavorare, c’è un’azienda pubblica da difendere e tremila mila lavoratori da difendere”.
Nel corso della seduta, il vicesindaco e assessore alle Società Partecipate e al Bilancio Alessandro Terrile ha annunciato la necessità di “rivedere la tariffazione e riconsiderare l’intero equilibrio economico del servizio di trasporto pubblico”, evidenziando come la sostenibilità dell’azienda non possa prescindere da una riflessione complessiva sulle entrate e sulla qualità del servizio. “Verranno introdotte delle tariffe su fasce ISEE, così chi ha un reddito normale, l’abbonamento lo pagherà. Sarebbe bello gratis a tutti, ma una gamba di risanamento Amt si baserà proprio sulla tariffa, e poi sulla contribuzione pubblica. Oggi siamo disponibili ad aumentare il contributo del Comune? Sì, lo abbiamo già fatto stanziando 7,8 milioni, ma proseguiremo su questa linea. A me interessa avere un’azienda Amt che guarda al futuro, capace di erogare servizio di qualità e questo significa che qualcuno dovrà pagare il biglietto un po di più? Lo vedremo nei prossimi giorni. Qualcosa partirà subito, qualcosa a gennaio, così da avere tempo per abituarsi, però l’azienda che prevede incassi 73,5 milioni e ne incassa 50 milioni, ha un grosso problema. Sono disposto a fare 10 commissioni, ma i numeri sono questi. Io non dico è colpa di quelli prima, ma non dite che drammatizziamo i numeri. L’obiettivo è lavorare tutti insieme per salvare l’azienda”.
BERRUTI: "CRISI EREDITATA, SERVONO 42 MILIONI ENTRO MARZO SOLO PER GLI STIPENDI"
Presente sin dall'avvio della seduta della commissione anche il presidente di Amt Federico Berruti.
Nel suo intrvento, Berruti non ha lasciato spazio a interpretazioni e ha spiegato che la società di trasporto pubblico si trova in una situazione debitoria pregressa massicia, un deficit di cassa immediato e un patrimonio netto stimato in 90 milioni di euro negativi. Per far fronte all'emergenza, l'azienda ha attivato la procedura di composizione negoziata della crisi.
Il presidente ha respinto con forza l'idea che la crisi sia stata innescata dal cambio del Consiglio di Amministrazione (CDA) avvenuto il 29 agosto 2025. "La mia risposta è no," ha affermato Berruti, citando estratti conto bancari che documentano l'immediata difficoltà finanziaria. Già il 9 settembre 2025, l'azienda disponeva di soli 600 mila euro sul conto corrente, insufficienti per pagare gli stipendi e versare gli F24.
La situazione finanziaria ereditata è drammatica: al 31 agosto, lo stock di debito verso i fornitori ammontava a 101 milioni di euro, a cui si aggiungevano 57 milioni di euro di debito verso intermediari finanziari. Complessivamente, lo stock debitorio è pari a 158 milioni di euro.
Nell'istanza per la composizione negoziata, depositata ieri, si evidenzia un deficit di cassa aggiuntivo di 42 milioni di euro necessario solo per coprire gli stipendi e dilazionare i debiti scaduti con i fornitori da qui al 31 marzo 2026.
La crisi, secondo Berruti, non era sconosciuta, ma era già documentata negli atti ufficiali del Comune. Già a marzo 2025, una relazione programmatica era stata definita "irricevibile".
Il nodo centrale della controversia contabile riguarda le stime di ricavo pregresse. La relazione "irricevibile" includeva la capitalizzazione di 25 milioni di euro di costi (Modello Genova), pratica ritenuta non conforme alle norme del codice civile e l'inserimento di 29 milioni di euro di ricavi da sanzioni basati su un tasso di incasso ipotizzato del 37,5%.
"Io non firmerò mai un documento che preveda il 37,5% di ricavi da sanzioni scritti neanche sotto tortura," ha dichiarato il Presidente. Ha sottolineato come il tasso medio storico di incasso di tali sanzioni sia circa il 3,5%. Berruti ha insistito sulla trasparenza: "Se questo pare brutto, me ne vado".
La gravità della situazione è acuita dal fatto che la società risulta avere un patrimonio netto negativo da almeno un anno, violando il primo obbligo degli amministratori di preservare il patrimonio. Di fronte all'obbligo di agire "senza indugio", il CDA aveva come alternative l'aumento di capitale (stimato in circa 100 milioni di euro, ma ritenuto impraticabile) o la liquidazione della società.
Si è optato per l'attivazione della composizione negoziata della crisi, procedura che per legge sospende gli obblighi di ricapitalizzazione per 6 mesi (prorogabili). Questa mossa è considerata cruciale per la sopravvivenza aziendale. Una volta nominato l’esperto, sarà inoltre possibile richiedere misure protettive per bloccare azioni individuali dei singoli creditori. Il piano di risanamento, in fase di finalizzazione, si concentrerà su due questioni principali: la sottocompensazione e le politiche tariffarie.
La prima leva mira ad aumentare le compensazioni da contratto di servizio di circa 50 milioni di euro all'anno. Questo incremento non serve a coprire inefficienze aziendali, ma a compensare fattori esogeni come l'inflazione, che ha portato a una sottocompensazione accumulata di circa 80 milioni di euro dopo il Covid.
La seconda leva prevede una revisione delle tariffe che comporterà circa 10 milioni di euro in più di ricavi. Per mitigare l'impatto sull'utenza, l'aumento sarà attuato con criteri selettivi, come l'ISEE o fasce sociali agevolate, cercando di bilanciare le esigenze finanziarie e la strategia di lungo termine della città.
Il Presidente ha garantito che il piano non prevedrà alcuna azione che metta in discussione i diritti dei lavoratori. Il documento di piano sarà adottato e reso disponibile agli stakeholder nel giro di pochi giorni, prima della convocazione dell’assemblea dei soci.
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