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Sport | 24 settembre 2025, 10:00

Il paradosso savonese: l'industria funziona, ma la ricchezza resta al palo. A caccia di talenti: 1 posto su 2 è introvabile

Il valore aggiunto per addetto industriale è tra i più alti d'Italia, ma quello per abitante resta sotto la media. La sfida è trasformare l'efficienza delle imprese in benessere diffuso

Il paradosso savonese: l'industria funziona, ma la ricchezza resta al palo. A caccia di talenti: 1 posto su 2 è introvabile

Ancora una volta i numeri raccontano una realtà in chiaroscuro, quasi un paradosso: da un lato la provincia di Savona emerge per la straordinaria produttività della sua industria, dall’altro restano aperti nodi strutturali che ne frenano il potenziale di benessere diffuso.

Partiamo dal punto di forza: l'eccellenza manifatturiera e logistica. Il cuore pulsante dell'economia locale è un settore "secondario" estremamente competitivo. Negli ultimi sette anni (2015-2022), il valore aggiunto per addetto industriale savonese è cresciuto in modo esponenziale, passando da 85.600 euro a oltre 111.700 euro. Questo dato non solo certifica un'efficienza importante, ma è nettamente superiore alla media sia ligure che nazionale. Questa spinta si riflette nella composizione dell'economia: il contributo dell'industria al valore aggiunto provinciale è salito dal 15,2% al 19,4%, mentre i servizi sono scesi dal 77% al 71%. Una trasformazione silenziosa che rende Savona più "manifatturiera" rispetto al resto della Liguria.

La logistica: il porto di Savona-Vado conferma la sua vocazione strategica, segnando un record storico di 16,3 milioni di tonnellate movimentate nel 2024 e affermandosi come uno degli snodi più dinamici del Nord-Ovest. Sul fronte dell’export, il Savonese vale da solo oltre un quarto del totale regionale e si concentra con forza sul mercato europeo: Germania e Francia assorbono ciascuna il 14,6% delle esportazioni, mentre l’Unione Europea nel complesso arriva al 63,8%.

Ma accanto alla cronistoria dei successi, celebrati ieri nell'Assemblea dell'Unione Industriali che si è svolta, per gli 80 anni dell'UISV all'Alstom, emergono criticità significative che limitano l'impatto della crescita. Ed ecco il paradosso. Nonostante nel 2023 l'occupazione complessiva abbia toccato il suo massimo storico (indice SLL), il mercato del lavoro è instabile. Gli addetti a industria e costruzioni mostrano un andamento altalenante (dal picco del 25,2% nel 2022 al 23,9% del 2024), sintomo di fragilità. Inoltre, Savona sconta un tasso di occupazione femminile inferiore alla media regionale, mentre quasi un posto di lavoro su due (47,8%) è di difficile copertura. Mancano competenze in edilizia, metalmeccanica, logistica, turismo e, soprattutto, nell'informatica e intelligenza artificiale.

Un paradosso che nasconde un divario strutturale nel Savonese. A fronte di un'altissima produttività industriale, il valore aggiunto per abitante (29.705 euro) resta inferiore non solo alla media del Nord-Ovest (37.501 euro), ma anche a quella ligure (31.750 euro). Questo suggerisce che il peso demografico (popolazione anziana e bassa quota di attivi) impedisce di trasformare l'efficienza delle imprese in un più alto livello di benessere pro capite.

Il costo energetico per le imprese liguri, pur sceso dal picco del 2022, resta quasi doppio rispetto ai livelli pre-crisi, con stime in risalita per il 2025. Il turismo, pur mostrando segnali di ripresa nel 2025 (+2,3% nelle presenze a luglio), fatica a superare stabilmente i numeri pre-pandemia.

Guardando al futuro, il territorio dovrà giocare una partita delicata. Le opportunità sono concrete: i tassi d’interesse sugli investimenti sono in netto calo (dal 7,76% al 4,88%), il porto può fungere da volano per nuove filiere logistiche e la transizione green offre spazi per l'innovazione. Tuttavia, i rischi sono altrettanto reali: la carenza di manodopera qualificata rischia di diventare il principale freno allo sviluppo, mentre la dipendenza energetica e l'eccessiva concentrazione dei mercati esteri richiedono strategie di diversificazione. Strategie che, ovviamente, bisogna saper cogliere per saldare la frattura tra l'eccellente capacità produttiva e le dinamiche del tessuto sociale e demografico.

Redazione

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