La luna di miele è finita, accompagnata dai titoli di coda sull’estate che ha sancito il cambio di amministrazione a Palazzo Tursi.
Le mille persone scese in piazza Cornigliano per dire ‘no’ all’ipotesi forno elettrico sono, volendo, il simbolo di una nuova stagione amministrativa che accompagna la neonata giunta Salis verso le sfide che, inevitabilmente, ne metteranno alla prova unità e stabilità.
Le prime avvisaglie sono arrivate qualche giorno fa con la questione della mini-funivia dei forti, dopo una campagna elettorale dalla quale il progetto (in versione ‘maxi’) era sparito anche nelle carte del centrodestra che l’aveva a suo tempo promosso. Un ritorno che, seppur questa volta ‘mini’, ha rappresentato il primo terreno di scontro interno alla maggioranza con il Movimento 5 Stelle che ha ribadito a chiare lettere la propria contrarietà. Lo ha detto, altrettanto chiaramente, il consigliere regionale pentastellato Stefano Giordano al nostro giornale: “La posizione politica del M5S è storica su questo tema, sono profondamente ferito come cittadino”. Difficile, quindi, che la squadra di governo viaggi compatta verso la posa della prima pietra, sempre ammesso che ci sia.
E poi c’è il macrotema dell’ex Ilva. A una attenta analisi, nelle ore successive all’incontro con il ministro Adolfo Urso era impossibile non notare una sorta di scollamento tra le parole dei rappresentanti istituzionali e quelle dei partiti che li sostengono. Se la sindaca Silvia Salis è uscita dalla riunione in Prefettura dando una disponibilità di massima ad accogliere il progetto per il rilancio delle aree di Cornigliano (sempre ammesso che dalle parti di Roma un progetto effettivamente ci sia), dall’altra i partiti si sono dimostrati molto più freddi nella loro analisi della giornata. Le parole dei loro comunicati stampa post incontro dimostrano una distanza che si manifesta in parole come “paradossale” e “deludente” che di certo saranno state degne di analisi nelle stanze comunali.
La voce del dissenso, poi, ha preso forma e corpo con la manifestazione di Cornigliano, il primo e vero appuntamento di piazza contro l’amministrazione comunale. Vero è che la sindaca non ha mai detto apertamente ‘sì’ al ritorno della produzione a caldo, limitandosi a dare disponibilità ad accogliere eventuali progetti ministeriali in merito, ma è altrettanto vero che per i cittadini e per la base dei partiti (che talvolta si toccano o coincidono) poco importa: il messaggio emerso è quello di un sostanziale accordo e, quindi, la risposta della piazza è quella che si è vista per le strade di Cornigliano.
La domanda, quindi, è d’obbligo: il patto elettorale che ha portato il centrosinistra alla vittoria è a rischio? Presto per dirlo, come è presto per considerare i subbugli di questi giorni come crepe nei muri della squadra di governo cittadino. Ma ora i vertici devono dare un segnale alla base. Perché una cosa è il consenso elettorale e un’altra è la coesione della coalizione. O, per non fare giri di parole: quando c’è di mezzo una vittoria da conquistare è facile remare tutti nella stessa direzione, ma quando c’è da strizzare l’occhio al proprio elettorato di riferimento sedendo nella stanza dei bottoni, il gioco si fa più complesso. Sarà la sfida d’autunno, a luna di miele finita.
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