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Sport | 02 settembre 2025, 16:30

FOTOGALLERY. Un grande cornice a fine agosto per Varesina-Varese e un'idea-provocazione: perché non uno stadio da professionisti per tutti?

Colore e calore nei volti degli oltre 800 spettatori presenti a Venegono in un periodo semi-festivo per una gara di Coppa fanno riflettere: prima della partita è stata lanciata ai proprietari dei club rossoblù e biancorosso la sfida di un impianto per il nord della provincia capace di unire forze e finanziamenti e per poter ospitare un giorno nei professionisti Varese, Varesina e magari Solbiatese (il Chinetti è anche la casa del Milan Futuro), cioè chi con la sua identità, la sua storia e il suo percorso sogna di poterci tornare o arrivare. Un impianto moderno, magari polifunzionale, in un luogo raggiungibile facilmente e capace di saziare la fame di calcio di tutti: perché non discuterne?

FOTOGALLERY. Un grande cornice a fine agosto per Varesina-Varese e un'idea-provocazione: perché non uno stadio da professionisti per tutti?

Una strada mai percorsa e una visione diversa che parte da un dato di fatto: chiunque arriverà nei professionisti in quella provincia nella provincia che guarda a nord - la Pro Patria è un'isola che ha sempre fatto e fa storia a sé - dovrà avere un teatro moderno e adeguato per farlo capace sia numericamente che geograficamente di accogliere davvero tutti. Il campanile non si tocca, ma la chiesa - cioè lo stadio - magari sì. 

E allora perché non pensare a quello che non è mai stato pensato e, cioè, a come unire spazi di manovra - ma anche appoggi amministrativi, politici, associativi e imprenditoriali - ora diversificati e contenuti nei fazzoletti dei singoli comuni per giungere a un impianto facilmente raggiungibile - oggi solo il Chinetti lo è - per giocare la serie C e non solo, visto che prima o poi la fame di calcio, la tradizione, il know-how e i praticanti di questo lembo di terra sorvegliato dalle Prealpi sfoceranno naturalmente nella "casa" delle categorie professionistiche, come non accade più dall'addio del Varese alla B di dieci anni fa?

La splendida cornice di pubblico che ha assistito a Varesina-Varese in un periodo semi festivo e "solo" per una Coppa Italia di serie D a fine agosto (quasi 900 spettatori di cui 700 paganti), oltre a riempire di colori e calore l'Elmec Solar Stadium di Venegono, è solo l'ultimo esempio che fa pensare. C'è anche l'appiglio giusto: in un incontro pre partita tra il sindaco di Varese, Davide Galimberti - che ne ha parlato ieri: leggi QUI -, l'assessore allo Sport del capoluogo Stefano Malerba con la famiglia Di Caro e Antonio Rosati, cioè ai proprietari dei due club, è stata lanciata un'idea-provocazione (e un'idea porta sempre con sé una riflessione, accende un dibattito, allontana pregiudizi e preconcetti) che va proprio in questa direzione. 

Perché non pensare a un'arena in grado di ospitare campionati e pubblico da professionisti di una realtà calcistica che si può chiamare Varese, Varesina o Solbiatese, diverse in tutto per storia, passata e recente, identità, filosofia e proprietà ma forse capaci, insieme, di aggregare opinione pubblica, associazioni, investimenti privati, interessi e livelli di governo, quindi finanziamenti, diversi - dai comuni alla Regione, dall'Europa al governo centrale, dal Coni a Sport e Salute - almeno nella direzione di un impianto moderno che farebbe comodo a tutti e sarebbe invidiato da tutti? Realtà separate da una manciata di chilometri che non devono o non vogliono accontentarsi della serie D o dell'Eccellenza, ovviamente a modo loro, possono chiedersi, chiederci e chiedere: dove giocheremo nei professionisti?

L'ipotesi di ritrovarsi per studiare un approdo comune in una struttura magari polivalente adeguata alle esigenze del territorio e nel luogo ideale facilmente raggiungibile da chiunque - che ormai non è più nel cuore di città o paesi - è così impraticabile o è quella più facile da percorrere per superare l'impasse ormai più che ventennale di questa provincia quando si parla di nuovo stadio? Meglio chiederselo che restare fermi ad aspettare il futuro.

Andrea Confalonieri

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