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Sport | 25 agosto 2025, 16:11

Giorgio Valena, ristoratore, artista, custode del tempo ad Arolo: «La nostra Trattoria Campagna luogo di aggregazione e socialità. Spero che ritrovi al più presto un nuovo gestore»

Intervista sull'onda dei ricordi a un personaggio la cui vita è un tutt'uno con il lago Maggiore e con la passione per l'arte, da portare avanti insieme a un'attività familiare che a Leggiuno si è lasciata dietro le spalle 70 anni di storia: «Da noi venivano a mangiare il risotto con il persico attori, cardinali, giornalisti, politici, scrittori americani: si parlava di tutto, anche del sacro...». Quel sacro che è stato anche ispirazione artistica per Valena: «Né fotografo, né poeta, né pittore: mi ha sempre mosso un richiamo interiore...»

Giorgio Valena, ristoratore, artista, custode del tempo ad Arolo: «La nostra Trattoria Campagna luogo di aggregazione e socialità. Spero che ritrovi al più presto un nuovo gestore»

Arolo è un bellissimo borgo che a Leggiuno si affaccia sul lago Maggiore con due scenografiche spiagge, meta da anni di turisti che amano il Verbano anche per le sue molteplici attività sportive. 

In questo borgo, un tempo per lo più abitato da pescatori, è nato ottantacinque anni fa Giorgio Valena, per oltre 70 anni gestore, insieme alle sorelle, della conosciuta e rinomata Trattoria Campagna, luogo di ritrovo per tutta la comunità locale, punto di riferimento per  villeggianti e vacanzieri che adoravano la tranquillità del borgo, e desco ambito per i cultori del pesce di lago, cucinato in modo variegato dallo chef Giorgio.

La vera passione di Valena è però sempre stata l'arte: pittura, fotografia, poesia. È stato per anni il protagonista di un bellissimo presepe che si allestiva presso la chiesetta del paese, fatto tutto in materiale di riciclo e con una tecnica da lui ideata che consisteva nel creare i personaggi della Natività usando bottiglie di plastica.

Signor Valena come ha scoperto la sua creatività artistica?

Da ragazzo disegnavo su ogni pezzo di carta che trovavo. Ma forse ho ereditato questa "vocazione artistica" da zio Arturo e da zio Innocente che nel tempo per tanti anni  sono stati i decoratori della Scala di Milano.

Quando hai realizzato la sua prima mostra personale?

Da autodidatta ho preparato alcuni quadri, poi ho avuto la fortuna di frequentare nel poco tempo libero che avevo il professore lavenese Luigi Violini,  che mi ha dato validi consigli. Cosi nel 1970, allora trentenne, feci la mia personale in una galleria situata a Varese in piazza della Motta.  Fu un successo ed alcuni critici mi hanno spronato a continuare dandomi suggerimenti su come perfezionarmi. Certo, con il lavoro di ristoratore era dura, ma la passione era tanta e cosi nelle ore libere e di notte, quando mi veniva l'ispirazione, venivo come trasportato da  una forza interiore che poi andava a finire su una tela. Cosi facendo ho dipinto oltre 50 quadri. Ma non era un mestiere, era una vocazione.

Dei suoi quadri a quali è più affezionato?

Sicuramente quelli sul tema della religiosità, fatti con una mia tecnica che prevede l'utilizzo dello smalto. Questi dipinti rappresentano la Crocifissione e la deposizione del Cristo dalla Croce. Era un momento di crisi mistica e mi ispiravano i temi religiosi, perché avevo frequenti colloqui con monsignor Massimo Camisasca, teologo, vescovo emerito e fondatore della Fraternità sacerdotale dei Missionari di San Carlo Borromeo e con il cardinale Francesco Coccopalmerio, che nel tempo fu presidente emerito del Pontificio Consiglio per i testi legislativi. Venivano alla Trattoria a mangiare il risotto con il persico e poi ci fermavamo ore a dialogare su doveri temi religiosi.

Nel sua locanda nel tempo hanno mangiato e alloggiato anche personaggi famosi?

Sono passati l'attore Michele Placido, che in quel momento stava girando alcune riprese di un film ad Arolo, poi Renato Pozzetto, la famiglia Pivetti con Irene e Veronica, anche quando la prima era presidente della Camera. Sono venuti Gigi Riva, Giovanni Lodetti, Silvano Contini, Giuseppe Saronni, il giornalista sportivo Adriano de Zan, poi Eugenio Cefis, anche quando era presidente della Montedison. È venuto il grande giornalista Ruggero Orlando, storico corrispondente dagli Stati Uniti, insieme al suo amico americano Vincent Sheen, scrittore importante che tra l'altro ha scritto una biografia su Giuseppe Verdi. Sheen ha vissuto parte della sua vita nel nostro borgo ed è morto ad Arolo nel 1975: c'è ancora una lapide che lo ricorda. Questi erano gli avventori amici abitudinari, poi ne sono venuti altri. La Campagna ha 70 anni di storia...

Il ricordo della locanda ai tempi?

Era il luogo di aggregazione, di socialità, un luogo dove si parlava di tutto. 

Qualche conversazione che ancora oggi ricorda con piacere e con nostalgia?

Certamente i nostri dialoghi privati e personali con l' imprenditore Eugenio Cefis.

Cosa fa attualmente?

Il pensionato, il nonno, qualche dipinto o bozzetto e qualche poesia. E quando scendo al lago scatto qualche foto scenografia sui tramonti.  Certo ogni tanto mi colpisce la "nostalgia canaglia", specie quando passo davanti alla Trattoria chiusa, dove ho trascorso la mia vita. Spero proprio che si trovi un gestore al più presto, anche perché nel borgo rinascerebbero la convivialità e la socialità.

Fotografo e poeta e pittore: sono tre modi di interpretare l' arte?

Io non mi definisco per natura un artista, seguo un particolare richiamo che in quel momento interiormente mi arriva dal mio stato d'animo, è ciò che la mia emotività e sensibilità mi trasmettono. A proposito di poesia, vorrei ricordare la mia amica poetessa leggiunese Maria Rosa Lancini che mi ha sempre spronato a scrivere un libro . Magari, chissà, un giorno...

Programmi futuri?

Dedicami alla pittura e partecipare a qualche mostra. Proprio in questi giorni ho avuto alcuni inviti.

Claudio Ferretti

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