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Sport | 10 agosto 2025, 07:53

L'OPINIONE. Se Varese fa così schifo come scrivete, perché non vi trasferite a Como?

Scontenta, sbagliata, insicura, sporca, cara, vecchia, ferma, vuota, chiusa, malata: fioriscono gruppi social e indignados che vedono nero ovunque e pensano di essere la maggioranza solo perché ricevono clic o contano i like virtuali. Noi, invece, in questa città stiamo bene e non riusciamo a dire cose cattive e a mancarle di rispetto, a costo di chiudere un occhio e guardare l'altro lato della medaglia, la faccia nascosta della luna. Varese ci ha dato e ci dà tanto, ed è più bella, vissuta, contrastata, innamorata e futuribile di Como. Ma chi non è d'accordo, può sempre spostarsi di qualche chilometro e scegliere il Lario...

L'OPINIONE. Se Varese fa così schifo come scrivete, perché non vi trasferite a Como?

La Varese scontenta, la Varese sbagliata, la Varese da raddrizzare (con cosa?), la Varese scassata, la Varese insicura, la Varese sporca, la Varese chiusa, la Varese cara, vecchia, ferma, spenta, vuota, malata. Fioriscono gruppi social che grondano sangue, post apocalittici, indignados ovunque. Non c’è un’aiuola come dio comanda, un cartello dritto, un marciapiede lindo, una striscia pedonale visibile, una panchina decente, una piazza vivibile, una via o una piazza sicura (meglio non uscire di casa la sera) o una sola cosa funzionante nemmeno a cercarla con la lente d'ingrandimento. 

Piove a catinelle per un’ora, qualche centimetro d'acqua invade un sottopasso - come tutti i sottopassi del pianeta, New York compresa - ed è la fine del mondo: è tutto sbagliato, tutto da rifare, ma chi l'ha pensato, progettato, inaugurato. 

Qualche asino imbocca da mesi in contromano una rotonda in cui anche un bradipo bendato saprebbe dove andare e manca poco che si vada in piazza per chiedere a furor di popolo di riaccendere il semaforo di largo Flaiano che ci aveva tenuti in coda per ore, giorni, mesi, decenni. 

Se si fa qualcosa, è comunque sbagliata a prescindere. La memoria è corta e il paragone con il passato è sempre imbarazzante perfino dove c'erano solo abbandono, vuoto e decadenza. L’area delle stazioni? Uno schifo/parte I: evidentemente per mezzo secolo è apparsa a tutti questi stizziti e sdegnati varesini così splendida, luminosa, rispettabile e piena di vita e attività da non dover essere neppure ripensata, figurarsi riqualificata. La caserma? Uno schifo/parte II: a leggere i titoli era meglio quando era un rudere caduto in malora rispetto ai crateri di oggi occupati dagli operai al lavoro. Uno schifo/parte III: l’ex Aermacchi era un simbolo e dovevano lasciarla marcire e morire all'infinito piuttosto che sventrarla e ridonarle nuova vita (è vero, ci sarà un supermercato che, tra l'altro, finanzia il tutto, ma c'è anche una piscina olimpica - e parrebbe che qui sia nato un certo Martinenghi - il secondo campo da basket più grande e bello dopo il palazzetto - non siamo basket city? - e un'area verde in una città giardino). Uno schifo/parte IV: il palaghiaccio l’hanno rifatto troppo piccolo, tanto valeva farcelo crollare sulla crapa dura. E potremmo andare avanti all'infinito: dove c'è un cantiere, c'è sempre un'anima pia a stracciarsi le vesti, e poi fronti corrucciate, bocche storte, menti fumanti di rabbia. Si doveva fare così, e invece fanno pomì. A Varese sono diventati tutti ingegneri, architetti, visionari e capo cantieri di grandi opere.

La Varese surclassata da Como. La Varese che abbatte piante, divora e abbandona il verde, scolora rotonde, dimentica boschi e prati. La Varese che fa le piste ciclabili senza biciclette. La Varese che mette in scena una tragedia perché non ha uno stadio, anche se nessuno aveva mai notato che lo stesso stadio fosse così inadeguato e decaduto - e infatti era spesso pieno, in regola e perfino in salute - fino alla scomparsa della squadra di calcio dal professionismo nel 2015: il problema non è il contenuto (manca la serie B o almeno la C da dieci anni), ma il contenitore. Guardiamo - puntiamo - il dito, e non vediamo più la luna.

La Varese brutta, grigia, incasinata, triste da cui scappare a gambe levate. La Varese che chiude vetrine e spegne fontane. La Varese su cui sparare a a zero. 

È questa la città che domina i social, fa proseliti, riceve clic, commenti, visualizzazioni e titoloni. E se qualcuno osa uscire dal coro dei fustigatori soloneggianti e martellanti nel trovare crepe, disagio e degrado, apriti cielo, bile e rancore diventano onda: "Ma dove vivi, Varese fa schifo punto e basta".

Eppure noi a Varese stiamo bene, l’amiamo come non l'abbiamo mai amata e per lei, a volte, sappiamo perfino chiudere un occhio, turarci il naso, porgere l'altra guancia e guardare l'altro lato della medaglia, la faccia nascosta della luna. Per noi Varese è più bella, vissuta, contrastata, innamorata e futuribile di Como. Ci ha dato e ci dà tanto. E continuiamo a guardarla spesso in silenzio dal basso all’alto (e non viceversa) con umiltà, reverenza, rispetto e un po’ di sano timore. 

Non scriveremmo mai tutte le cose brutte che ultimamente dicono di te, fermandoci al tuo bel volto anche se da decenni è spuntata qualche ruga che ti fa ancora più misteriosa e affascinante, carissima Varese.

Andrea Confalonieri

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