Dopo l’appello (leggi QUI) uscito nel nostro giornale qualche giorno fa per aiutare Konstantin, il fisarmonicista che ogni giorno suona in corso Matteotti davanti all’Arco Mera, diverse persone ci hanno scritto chiedendoci come fare per dargli una mano.
Uno studente di fisarmonica, Tiberio, e il signor Alfredo, vorrebbero offrirgli un sostegno economico, il dottor Filippo, medico, si è offerto di aiutarlo, Claudia di trovargli una sistemazione diversa dall’albergo in cui dorme e Davide di promuovere la sua attività di musicista.
Varese non è rimasta sorda, alcuni cittadini in forma anonima stanno lasciando offerte nella custodia della fisarmonica di Konstantin, persona di grande dignità e gentilezza.
Ieri mattina lo abbiamo incontrato, al solito posto, un po’ dimagrito ma felice di dare il suo contributo alla città, scegliendo le perle del suo vasto repertorio.
«Mi hanno detto che è stato scritto qualcosa su di me, dicono che sono malato, ma le cose passano, dopo la pioggia ritorna il sole. È una questione di testa, tutto dipende da lì, non bisogna pensarci troppo», dice sorridendo.
Intanto si ferma da lui la signora Angela, arrivata in Italia dall’Albania oltre trent’anni fa, ha studiato pianoforte ed è pittrice, racconta degli anni della dittatura nel suo paese, del marito farmacista, e Konstantin, che è della Bucovina, le chiede di alcune enclave di suoi connazionali presenti nel cuore dell’Albania, con le persone che parlano un romeno arcaico. Il discorso verte poi sulla musica popolare, la specialità del fisarmonicista, si va in Grecia e subito Konstantin attacca un sirtaki con Angela che si mette a battere il tempo. È una bella Varese questa, e intanto altre persone salutano il musicista e gli lasciano l’offerta, a quest’ora il passeggio è vivace, nonostante sia il 2 agosto.
«Bisogna sforzarsi di fare le cose, non fermarsi, altrimenti ci si ammala davvero», dice Konstantin, e gli rispondo che dovrebbe accettare almeno l’aiuto economico.
«Certo, ne avrei bisogno, se arriva lo prendo, però non chiedo niente, perché un conto è chiedere e l’altro conto è donare, e io offro la mia musica alla città. Se poi qualcuno mi vuole aiutare sono qui, passa e mi regala qualcosa».
Questo è Konstantin, uomo libero e ottimo musicista, chi lo volesse aiutare sa dove trovarlo, tra un tango e una bossanova, sempre con il sorriso e le dita che corrono veloci sulla tastiera.
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