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Sport | 31 luglio 2025, 07:38

La storia d'ul Gianni pescatur del lago Maggiore, con la passione per la musica e il ciclismo: «Papà pescava mentre mamma Clementina sfilettava il pesce e consigliava come cucinarlo»

Un personaggio d'altri tempi Gianni Brugnacchi, classe 1922 da Monvalle, che le figlie Angela e Luisa ci hanno raccontato: «Sono stati anni duri ma dal grande senso di appartenenza al lago e alla Monvallina. Nonostante la fatica di continuare il lavoro del nonno, il papà non rinunciava a suonare il clarinetto nella banda di Cellina né a scalare lo Stelvio in bici»

La storia d'ul Gianni pescatur del lago Maggiore, con la passione per la musica e il ciclismo: «Papà pescava mentre mamma Clementina sfilettava il pesce e consigliava come cucinarlo»

Tra gli "uomini di lago" che sono vissuti sulla sponda magra del lago Maggiore e che hanno segnato un'importante pagina della piccola grande storia del nostro territorio, va annoverato sicuramente il Gianni pescatur, al secolo Gianni Brugnacchi, classe 1922, di Monvalle. 

La vita del Gianni si è basata tutta sul lago, al rione Monvallina dove fieramente ricordava di essere nato; sin da piccolo, ha iniziato ad andare con il padre a gettare le reti nell’allora pescoso lago Maggiore ed a aiutarlo a lavorare nei campi. Nonostante la grande povertà che dominava in queste zone, inizia a fare il pescatore di professione, facendo tanti sacrifici e tantissime rinunce.

Prima dell’inizio della Seconda Guerra Mondiale insieme a parecchi coetanei di paesi limitrofi, tra i quali pittore brebbiese Abramo Foglia, va a lavorare alla Siae Marchetti, percorrendo tutti giorni il tragitto tra Monvalle e Sesto Calende in bicicletta. Dopo qualche anno di lavoro a costruire aeroplani, sente forte il richiamo del suo lago e così nei primissimi Anni 50 decide di fare il pescatore di professione. 

A ricordare la figura di questo epico personaggio del Verbano, sono le sue due figlie Angela e Luisa. 

«In quel periodo non fu certo una scelta facile, spesso papà ricordava quanta povertà ci fosse in quel periodo; si alzava prestissimo al mattino e dopo aver rimosso il pescato dalla rete, metteva il tutto sul cesto della sua bici e andava a venderlo nei paesi limitrofi, coprendo il il pesce fresco con foglie di felci. Questa fu la scelta del papà, continuare il lavoro del nonno, rifiutando la proposta di lavoro di andare in Germania».

Cosa ricordate in particolare di vostro padre?

I grandi sacrifici, noi la vendita in bici non l'abbiamo vista, ma in compenso abbiamo visto i continui cambiamenti che papà faceva, per incrementare il suo lavoro. Era sempre attivo ed innovativo, ha poi comperato una macchina per il trasporto, insieme ad un apposito rudimentale macchinario per produrre ghiaccio e poi successivamente i frigoriferi.  Fondamentale è stata la presenza della nostra mamma Clementina che era l’addetta alla pescheria e che sfilettava e vendeva il pescato. Allora il lago era pescoso, alborelle, pesce persici, agoni erano richiesti, parecchio dai ristoranti e osterie che cucinavano tante specialità. I privati richiedevano anche tinche e anguille, carpe,  con mamma Clementina che spesso dava i consigli per cucinarle al meglio. Erano piatti veramente gustosi e saporiti, come la tinca in umido con piselli. Erano gli anni dove il pesce di lago era molto apprezzato ed era normale vedere tavolate dove si mangiavano il carpione e le alborelle.

Avete vissuto anche voi il lavoro del pescatore di lago?

Certo, papà insieme ai suoi compagni di barca Vittorio e Mario Binda uscivano con qualsiasi condizioni atmosferica a gettare e raccogliere le reti. Non c’era nessun pericolo che li fermava; poi finita la pesca, al pomeriggio, sempre insieme ai suoi amici, sistemava la barca e rattoppava qualche buco delle reti. Non esistevano feste o riposi.

Però vostro papà, nonostante il duro lavoro, ha portato avanti le sue due grandi passioni. Quali erano?

La musica e la bicicletta. Ha suonato il clarinetto per tanti anni nell'allora famosa banda di Cellina (frazione di Leggiuno), mentre a casa si divertiva con gli amici a suonare la fisarmonica. Altra passione è stata la bicicletta: come cicloamatore ha vinto parecchie gare nella sua categoria. Quanti chilometri ha percorso insieme ai suoi amici del tempo, i monvallesi Fermo Riva e Carlo Porrini e il leggiunese Armando Gavin. Tra le altre imprese sportive compiute anche la scalata di diversi passi alpini come lo Stelvio ed il San Bernardino, senza dimenticare la partecipazione a diverse edizioni dei campionati in Austria di ciclomotori categoria senior, giungendo nei primi dieci posti in una competizione particolarmente impegnativa. 

Cosa caratterizza di più la figura di vostro padre?

Il senso di appartenenza al suo lago e alla sua Monvallina. La sua generazione aveva un senso di appartenenza fortissimo nei confronti della frazione del paese, in cui si nasceva e dove le famiglie restavano ad abitare. 

Claudio Ferretti

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