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Sport | 26 giugno 2025, 18:15

Fallimento Albenga, il legale rappresentante Candela presenta reclamo contro la sentenza di liquidazione giudiziale

L'ex presidente della società ingauna l'ha presentato in Corte d'Appello

Fallimento Albenga, il legale rappresentante Candela presenta reclamo contro la sentenza di liquidazione giudiziale

Un reclamo contro la sentenza di liquidazione giudiziale. 

A presentarlo alla Corte d'appello di Genova il legale rappresentante dell'Unione Sportiva Albenga Calcio, l'ex presidente Christian Candela. 

La guardia di finanza nei mesi scorsi a seguito della delega da parte della Procura della Repubblica di Savona, sviluppata sulla base delle risultanze preliminari di attività ispettive fiscali svolte nei confronti della società sportiva ingauna, una volta rilevate irregolarità nella gestione contabile del club, avevano proceduto a richiedere all’autorità giudiziaria di valutare l’immediata messa in liquidazione.

In particolare, dall’esito degli accertamenti effettuati, sulla scorta delle risultanze investigative prodotte dai finanzieri, la Sezione Fallimentare del Tribunale di Savona, accogliendo le motivazioni presentate dal Sostituto Procuratore, Pubblico Ministero Claudio Martini e rilevata la presenza di uno squilibrio economico-patrimoniale, oltre alla sussistenza degli elementi oggettivi e soggettivi previsti dalla normativa fallimentare alla luce del Nuovo Codice della Crisi d’Impresa, quale l’elevato debito maturato nei confronti dei creditori (erario, imprenditori operanti nella Provincia di Savona e ex calciatori tesserati), aveva emesso una sentenza di liquidazione giudiziale nei confronti della compagine sportiva ingauna, disponendo la contestuale decadenza dei vertici societari e la nomina del curatore delegato Alberto Marchese.

"Si rappresenta come attività svolta dal Corpo si inquadri, nell’alveo dei compiti demandati dal D.Lgs. 19 marzo 2001, n. 68, tra le operazioni di servizio a tutela della sicurezza economico-finanziaria e dell’economia reale e legale in un settore, come quello sportivo, particolarmente esposto, come noto, ai rischi di pratiche concorrenziali sleali e di inquinamento del mercato derivante da fenomeni di frodi nelle fatturazioni e di riciclaggio di capitali di provenienza illecita - avevano spiegato dalle fiamme gialle savonesi - Si rappresenta, infine, per doverosa informazione, che non è ancora stata assunta alcuna decisione di merito definitiva sulla responsabilità delle persone coinvolte".

La società considerata di fatto come un'impresa commerciale era considerata strutturalmente insolvente in maniera irreversibile con un buco che sarebbe di qualche centinaia di migliaia di euro.

Il mancato pagamento dei diversi fornitori e degli stipendi dei calciatori che poi si erano svincolati avevano chiuso il cerchio.

La procedura fallimentare per il club ingauno aveva preso il via lo scorso aprile alla presenza del Pm Martini e del giudice Davide Atzeni (il legale rappresentante della società Candela non si era presentato) con la nomina, durante la settimana, del curatore fallimentare e come avvenuto per il Savona, l'incarico era stato affidato a Marchese.

La prima udienza era stata fissata per il 18 settembre dove saranno esaminati la lista creditori e le varie passività del club.

Luciano Parodi

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