Il Nazionale

Cronaca | 18 giugno 2025, 14:39

Circa 2mila euro di conto al ristorante pagato con assegni non coperti, condannata una coppia

I fatti risalgono all'estate del 2023, in un noto locale sulle alture di Finale. Il titolare ha cercato di incassare la somma, ma con diversi motivi il pagamento non è mai stato saldato

Circa 2mila euro di conto al ristorante pagato con assegni non coperti, condannata una coppia

Una cena con una decina di commensali, in un noto locale sulle prime alture di Finale Ligure, è costata decisamente cara a una coppia di genovesi che ieri (17 giugno, ndr) è stata condannata dal giudice del Tribunale di Savona a due mesi di reclusione e al pagamento, oltre che delle spese processuali, dell'intero importo della cena oltre che delle spese sostenute dal ristoratore nei confronti della banca per il mancato incasso.

I fatti risalgono al periodo tra agosto e settembre del 2023, quando i due avevano organizzato quella che era stata presentata al locale come una cena di lavoro. Tutto ha filato liscio fino al momento in cui il ristoratore, nei giorni successivi, si è recato presso la sua banca per l'incasso dell'assegno con cui era stato pagato il conto di circa 2mila euro. Il pagamento era risultato infatti scoperto.

Il titolare del ristorante aveva inizialmente cercato una soluzione bonaria, contattando più volte la coppia che peraltro aveva già frequentato diverse volte e senza problemi il suo ristorante. Nonostante le rassicurazioni ricevute, il denaro non era però mai stato versato. Di fronte ai continui rinvii e alle scuse, l’uomo si era infine rivolto all’autorità giudiziaria, denunciando l’accaduto.

In udienza la coppia genovese ha sostenuto che fosse stata un’amica e collega ad aver firmato l'assegno, negando una sorta di responsabilità diretta, riconoscendo anzi l’intenzione di saldare quanto dovuto non appena le fosse stato possibile, anche a causa di alcuni problemi riscontrati sul proprio conto.

Tesi non sufficienti per il giudice per assolvere i due. Anzi, è stata accolta la tesi della Procura e del ristoratore circa l'atteggiamento ritenuto elusivo e privo di reali intenzioni di saldare il debito. I due, nonostante telefonicamente avessero dato rassicurazioni sul pagamento, non hanno mai saldato la cifra.

Il giudice ha ritenuto quindi fondate le argomentazioni dell’accusa e ha condannato entrambi per insolvenza fraudolenta, disponendo anche il pagamento del conto e delle spese legali.

Mattia Pastorino

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