Maltrattamenti continui, aggravati dall’averli compiuti di fronte a minori. Poi lesioni, anche queste aggravate. Il mancato rispetto del divieto di avvicinamento e persino una violenza sessuale, in questo caso aggravata dalla presenza di un rapporto affettivo.
E’ particolarmente pesante il quadro di accuse con le quali lo scorso 5 giugno un 34enne di nazionalità marocchina, nato a Corato, in provincia di Bari, e residente in un centro delle Langhe, è stato rinviato a giudizio dal Tribunale di Asti.
Dall’ottobre scorso l’uomo è sottoposto alla misura cautelare al divieto di avvicinamento alla parte offesa proprio in ragione dei gravi dei quali è chiamato a rispondere difeso dall’avvocato del foro di Asti Francesco Moramarco.
Secondo il fascicolo di indagine raccolto dal pubblico ministero Davide Greco l’uomo avrebbe tenuto abituali condotte violente nei confronti della compagna 32enne, parte offesa costituita parte civile nel procedimento con la tutela dell’avvocato albese Silvia Calzolaro, minacciandola e percuotendola in numerose occasioni anche di fronte alla figlioletta della coppia.
Particolarmente raccapricciante la descrizione dei comportamenti messi in atto dall’uomo, che abitualmente le impartiva schiaffi e la colpiva, era arrivato a gettarle addosso dell’acqua gelata mentre lei era incinta della loro figlia, abitualmente la insultava e si rivolgeva a lei con epiteti dal tenore facilmente immaginabile.
"Perché non ti ammazzi? Non meriti nulla”, la mortificava arrivando poi a tenerla con la testa schiacciata sul pavimento o, in un’occasione, a spegnerle una sigaretta su una guancia, mentre in un’altra occasione, nel 2016, aveva tentato di strangolarla tenendola contro il divano, interrompendo l’azione solamente all’arrivo dei genitori.
Il 29 settembre scorso la violenza sessuale. Con ripetute azioni l’uomo aveva cercato di costringere la compagna prima a praticargli un rapporto orale, per poi tentare di consumare con lei un rapporto completo, non riuscendovi solamente per la strenua resistenza opposta dalla donna, poi costretta a dormire con lui per evitare che chiedesse aiuto.
Dopo quei fatti, essendosi la compagna allontanata da casa, la tempestava di chiamate e di messaggi e arrivava a pedinarla, seguendola sul luogo di lavoro e sputandole addosso.
Il processo è stato rinviato all’udienza già programmata per il prossimo 11 settembre.
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