Un Guido Crosetto emozionato, che stringe mani e saluta gli amici di una vita. Il ministro della Difesa presenta - nel Centro Ricerche "Pietro Ferrero" di Alba, il proprio libro "Storie di un ragazzo di provincia", da poco pubblicata per i tipi di Piemme.
"Ma qui sono solo Guido - spiega, aggiungendo -: Non volevo venire ad Alba perché sapevo che mi sarei emozionato e così è stato, sono commosso a vedere tutti questi volti".
Incalzato da Mario Sechi, direttore di Libero, Crosetto ha lasciato fluire i ricordi, dal liceo a Savigliano, allo sbarco in politica dovuto a una guida spirituale, don Egidio, determinante nella sua formazione. E poi il rapporto con il padre, che gli insegnò a rispettare l'odore del letame, fino alla prima sfida per la presidenza della provincia contro Giovanni Quaglia.
Il Ministro ha poi parlato del suo rapporto con Silvio Berlusconi, fatto di alti e bassi, ma fondato su una grande stima, e con Giorgia Meloni, una leader capace e la compagna di tante battaglie, dalla nascita di Fratelli d'Italia a oggi.
Crosetto ha ripercorso i primi anni del partito, dall'1,9% delle prime elezioni, al 3,4% alle elezioni europee fino al 31% della tornata che ha portato Fdi al governo, una crescita vertiginosa accompagnata dal ministro in tutte le fasi.
In mattinata, il Ministro - contestato dagli attivisti Pro Pal - è stato al Salone del Libro di Torino, parlando di Ucraina e politica estera, come riportato da alcuni lanci di Adnkronos: “Ogni tanto Macron fa della battute che tra leader si potrebbero risparmiare. Sono delle frecciatine che nascono più da posizioni politiche e da considerazioni di ricaduta interna, ma non mi pare che riguardino i due Stati e i rapporti tra i presidenti. Succede non soltanto a Macron". Così sulle polemiche tra il premier Giorgia Meloni e il presidente francese Emmanuel Macron.
“Io faccio sempre il tifo per le cose belle però sono prevenuto dal fatto che leggo e guardo cosa accade: non mi era mai parso di vedere da parte di Putin una grande disponibilità poi ho sentito molti raccontarmi che in realtà era disponibile a fare la pace io ho sempre in mente le parole del Vangelo che dice ‘dai frutti li riconoscerete’. Ciò che io vedo fare da Putin è non partecipare a Istanbul ma contestualmente avere avviato due nuove fasi di reclutamento per raggiungere il milione e 600 mila militari e i 5 milioni di riserva e avere aumentato la produzione di armi: non mi sembrano atti che in qualche modo possano far presagire una volontà di pace”. Crosetto, interpellato sul vertice di Istanbul a chi gli chiedeva come fare a parlare con il presidente russo, ha poi aggiunto: “si insiste, si prova e intanto si fa in modo che chi lui vuole distruggere non muoia”.
“Il governo ha sempre escluso l’invio di truppe italiane in Ucraina. Quello che noi auspichiamo in Ucraina è la tregua, una situazione di monitoraggio che porti alla pace, su questo abbiamo fatto le nostre proposte. Già da tempo abbiamo detto che la garanzia deve essere data dalle Nazioni Unite, perché non deve essere vista come garanzia occidentale della Nato, deve essere il mondo che è interessato a creare le condizioni di pace.Io auspico da sempre un ruolo maggiore della multilateralità, in primis dell'Onu non soltanto in Ucraina, spero anche in Libano e a Gaza, spero anche in altri territori martoriati, ma non c'è possibilità di risolvere le crisi internazionali che si sono aperte e si stanno per aprire con la contrapposizione tra blocchi storici e vecchi. Io penso che il ruolo dell'Onu debba crescere e non diminuire", ha detto ancora il ministro.
Commenti