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Eventi e Turismo | 16 maggio 2025, 16:23

Burocrazia e costi alti cancellano il Cuneo Pride 2025, Arcigay: "Daremo il nostro appoggio a quello di Alba"

L'evento richiede mesi di preparazione e un investimento di quasi 10 mila euro tra affitto del carro, musica, security e assicurazioni. Si guarda all'edizione del 2026

Burocrazia e costi alti cancellano il Cuneo Pride 2025, Arcigay: "Daremo il nostro appoggio a quello di Alba"

Dopo tre edizioni, tutte riuscitissime e molto partecipate, il Cuneo Pride in questo 2025 non colorerà le vie del capoluogo di musica, allegria e slogan per i diritti e per l'amore in ogni sua forma.

Una pausa decisa da Arcigay Cuneo già da molti mesi.

Dopo che si è diffusa la notizia che Alba ospiterà, il prossimo 5 luglio, il Langhe & Roero Pride, la domanda è sorta spontanea: e Cuneo?

Nell'elenco delle città capoluogo d'Italia che ospiteranno l'evento, già moltissime, Cuneo in effetti non compare. E si sa che una manifestazione di questo tipo non si improvvisa. Anzi.

Proprio la macchina organizzativa, tra complessità e costi, è alla base della scelta di rinuciare al Cuneo Pride 2025, guardando già al 2026 e appoggiando e sostenendo quello del prossimo 5 luglio ad Alba, dove torna dopo ben sette anni.

A promuoverlo e organizzarlo non sarà Arcigay ma il Circolo Arci Cinema Vekkio di Corneliano D’Alba con l'associazione Ri(S)volte e Casa Pride di Bra. 

La conferma arriva dalla presidente di Arcigay Cuneo Elisabetta Solazzi e da Andrea Grosso, membro del direttivo dell'associazione

"Già dopo il primo Pride - ci spiega proprio Andrea - avevamo pensato di fermarci. Era il 2022. Siamo arrivati a tre edizioni. Per ora non ci sarà la quarta. Un evento di questo tipo richiede mesi di preparazione, confronti con il Comune, piani di sicurezza. Senza contare che servono dai 7 ai 10 mila euro, tra affitto del carro con la musica, security e assicurazioni. Giusto per dare un'idea, serve uno steward per ogni ruota del mezzo, perché bisogna scongiurare che qualcuno venga investito o si faccia male. Bisogna partire molti mesi prima, trovare sponsor, provare ad intercettare bandi... un  lavoro complesso che assorbe tantissime energie e risorse per un solo giorno, mentre per noi è più importante l'attivismo da portare avanti in tutte le altre giornate". 

Inoltre, evidenzia ancora, ogni Comune ha le sue richieste. "A Torino abbiamo visto cose inimmaginabili per la nostra città. Le richieste del Comune di Cuneo sono state davvero tantissime, proprio in tema di sicurezza del corteo".

C'è anche, non trascurabile, la dimensione della nostra provincia, che ben si concilia con la scelta di avere il Pride anche in altre cittadine della Granda. 

Quest'anno tocca ad Alba, infatti. "Il territorio è vasto ed eterogeneo. E' giusto che la manifestazione si celebri anche in altre realtà che non siano solo il capoluogo".

Anche se, nel 2026, se un Pride in Granda si organizzerà, quasi certamente sarà di nuovo a Cuneo. 

Barbara Simonelli

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