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Politica | 15 maggio 2025, 16:34

Il pronto soccorso di Ceva non chiude, ma non tornerà h24. Il direttore generale Guerra: "Mancano medici e infermieri"

Rientrato al momento l'allarme sulle chiusure che sarebbero state oggetto del dossier Bocconi sulla riorganizzazione territoriale. All'incontro organizzato dal PD un confronto su numeri e criticità: "Lavoriamo su case e ospedali di comunità"

Il pronto soccorso di Ceva non chiude, ma non tornerà h24. Il direttore generale Guerra: "Mancano medici e infermieri"

Negli ospedali mancano medici e infermieri. È questa una delle prime evidenze del complesso quadro della sanità monregalese emerso dall'incontro che il locale Circolo PD ha promosso ieri, mercoledì 14 maggio, in sala Scimè a Mondovì, moderato dal dottor Enrico Ferreri, già direttore del distretto sud-est.

Se da una parte l'obiettivo del confronto era quello di fare il punto su case e ospedali di comunità del Cebano-Monregalese, il novero dei temi affrontati durante l'incontro è stato ben più ampio. 

“Con questa iniziativa - ha detto Luca Pione, coordinatore del Partito Democratico - vogliamo avvicinare la popolazione ai temi della sanità, partendo dal dialogo”. 

MEDICI DI MEDICINA GENERALE

All'incontro erano presenti diversi amministratori del territorio e tra questi il sindaco di Monastero di Vasco Franco Bosio, in qualità dei presidente del Comitato dei Sindaci dell'Asl per l'area cebano-monregalese: "Le amministrazioni locali sono il primo baluardo cui si rivolgono i cittadini in caso di necessità o criticità e quella che viviamo oggi, in relazione alla mancanza di medici di medicina generale sul territorio, è una situazione critica che sta diventando dirompente. Il nostro comitato ha l’obiettivo di fare da tramite e lavorare insieme per superare problematiche che ci spaventano non poco".

La carenza dei medici di famiglia, soprattutto nelle vallate, è un tema molto sentito. “Il problema della politica - ha evidenziato Guido Chiesa,  coordinatore del tavolo provinciale sulla sanità del PD - è che vede la sanità in relazione alle necessità economiche, invece ritengo debbano essere prioritarie le necessità dell’utenza per dare risposte ai bisogni di salute della popolazione, che stanno crescendo in maniera esponenziale. 

Oggi i medici di medicina generale (Mmg) non esistono più, erano quelli che venivano a casa la domenica e si fermavano per il caffè. Oggi devono prendere i pazienti in carico nella loro complessità cercando di fare da tramite prima che si riversino al pronto soccorso, ma manca anche l'informazione di base: quanti sanno che esiste il  116 117 per prenotare la visita della guardia medica? Questo era già chiaro quando è scoppiata la pandemia, i punti di forza degli ospedali devono essere le case e gli ospedali di comunità". 

Per l’Asl Cn1 il progetto, finanziato a valere sul PNRR, prevede la creazione di 9 Case della Comunità (Saluzzo, Savigliano, Verzuolo, Dogliani, Dronero, Fossano, Borgo San Dalmazzo, Mondovì, Ceva) oltre a 3 Ospedali di Comunità (Saluzzo, Cuneo e Ceva) e 4 Centrali Operative Territoriali (Saluzzo, Savigliano, Cuneo e Mondovì). 

GUERRA: "IL PRONTO SOCCORSO DI CEVA NON CHIUDERÀ, MA NON TORNERÀ h24"

Quale futuro per il pronto soccorso cebano? "Non chiuderà, come ha confermato l'assessore regionale Riboldi, ma l'orario di apertura resterà quello in vigore, non è pensabile una riapertura h24 a fronte anche della carenza di personale". Così il direttore generale dell'AslCn1, dottor Giuseppe Guerra, ha messo un punto e a capo alla notizia di un possibile ridimensionamento dei nosocomi di Ceva e Saluzzo, emersa nelle scorse settimane alla luce di un dossier sulla riorganizzazione sanitaria territoriale elaborato dall'università Bocconi per conto della Regione Piemonte. 

Una notizia che ha mandato in allarme un intero territorio, considerando che Ceva raccoglie il bacino d'utenza di diverse vallate e anche di una parte di Savonese. 

"Per quanto riguarda le case e gli ospedali 'di comunità' - ha detto Guerra -, molte saranno terminate entro la fine dell'anno. A luglio dovrebbero partire i lavori per la casa di comunità di Mondovì (che dovrebbe trovare sede in via Torino, ndr) mentre per Ceva, tenendo conto di lavori per l'antisismica, ci vorrà più tempo per terminare l'intervento, con un cronoprogramma che andrà verso il 2026". 

Il direttore generale ha poi risposto alla lettera, inviata nelle scorse settimane, dal consiglio dell'Unione Montana Alta Valle Tanaro: "I cittadini delle valli Tanaro e Bormida – vi si evidenziava - sempre più spesso devono rivolgersi a strutture private per avere prestazioni, con disagi legati agli spostamenti e che gravano soprattutto sulla popolazione anziana; inoltre segnaliamo tempi e luoghi improponibili per le visite effettuate con prenotazioni tramite il Centro Unico per le Prenotazioni, oltre la chiusura del pronto soccorso nelle ore notturne e quella pomeridiana del laboratorio analisi, che crea un disservizio operativo ed economico". 

"Mentre la Regione - ha risposto Guerra - sta lavorando a un nuovo sistema per gestire le prenotazioni delle prestazioni al Cup col supporto dell'intelligenza artificiale, l'Asl Cn1 ha attivato i cosiddetti 'percorsi di tutela' proprio nell'ottica della riduzione dei tempi di attesa. Questi prevedono l'appuntamento per la visita ambulatoriale entro i 30 giorni ed entro 60 per le prestazioni diagnostiche, anche fuori dal proprio territorio di residenza. Non possiamo farci nulla se le persone scelgono di rivolgersi a strutture private. 

Come detto il pronto soccorso non chiuderà, ma non riaprirà di notte. Per quanto riguarda il laboratorio analisi, aperto fino alle 15.30, guardando ai numeri riteniamo che non sia necessaria una variazione". 

DIALISI A MONDOVÌ

"A giugno dovrebbe partire il cantiere per la realizzazione della dialisi - ha aggiunto il direttore generale -, e sono speranzoso anche per ciò che riguarda la creazione dell'auditorium". 

CARENZA DI MEDICI E INFERMIERI

Nell'Asl Cn1, ha poi spiegato il massimo dirigente dell'azienda sanitaria cuneese, si registra una carenza di circa 60 medici e 140 infermieri. Numeri importanti che - come in un effetto domino - si riflettono anche sulle prestazioni offerte e sulle famigerate liste d'attesa. “Per abbattere queste ultime - ha concluso Guerra - abbiamo cercato di aumentare le prestazioni, ma se poi manca il personale serve a poco. Inutile negarlo: medici e tecnici preferiscono andare a lavorare nel privato, dove possono essere pagati a cottimo e , ovviamente, riescono a effettuare un numero maggiore di prestazioni".


 

"La Regione  - ha dichiarato il sindaco di Ceva Fabio Mottinelli - ha ulteriormente confermato quanto già asserito in precedenza, e cioè che il pronto soccorso di Ceva non chiuderà. Le parole dell'assessore Riboldi dimostrano, qualora ce ne fosse bisogno, l'importanza del punto di primo soccorso della nostra città. Ringraziamo l'assessore regionale per la vicinanza dimostrata e per la proficua e continua collaborazione con gli enti del territorio".

Il tema degli ospedali era stato oggetto anche di confronto in Consiglio provinciale, come ha ricordato il consigliere Davide Sannazzaro: “L’argomento portato in consiglio sugli ospedali di Ceva e Saluzzo voleva essere non una provocazione, ma un modo di tenere viva e alta l’attenzione che di riflesso vuole esserlo anche per gli ospedali. Siamo certi che ci sarà un ripensamento della sanità territoriale e vogliamo dare il nostro contributo”. 
 


La professoressa Mariangela Schellino, presidente della Fondazione dei due ospedali, ha poi ricordato l'impegno a favore dei presidi: “Oggi abbiamo una fondazione e continueremo a lavorare per Mondovì e Ceva, come prima abbiamo fatto come Asso. Con nuove socie persone fisiche stiamo lavorando a un progetto e spero di superare i 250mila euro, abbiamo l'appoggio di Fondazione Crc e Fondazione Compagnia di San Paolo, ma anche dai Comuni di Mondovì e Ceva”. 

In chiusura, in collegamento, è intervenuto il sindaco di Mondovì Luca Robaldo, che ha invitato a "lavorare insieme senza schieramenti politici, anche alla luce del nuovo piano territoriale socio sanitario”.

Arianna Pronestì

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