Un modello di sviluppo che guardi ad una reindustrializzazione sostenibile, in grado di creare lavoro di qualità, impedire la fuga dei giovani in altre regioni e che può trovare nella Val Bormida una sua sede ideale.
Si è parlato anche di sviluppo, industria, infrastrutture e sanità ieri a Carcare all'incontro con il candidato alla presidenza della Regione Andrea Orlando, il consigliere regionale e candidato, Roberto Arboscello, ospiti del sindaco di Carcare Rodolfo Mirri alla Festa dell'Unità.
"La Liguria ha un modello di crescita più basso della altre regioni del Nord Ovest – ha spiegato Orlando – Siamo passati da un'economia che aveva circa un terzo dell'industria ad un'economia che ha meno del 15% di presenza industriale. L'industria che dobbiamo costruire non è quella dell'acciaio e del carbone. Industria oggi vuol dire digitale, nuove tecnologie, nanotecnologie robotiche. Abbiamo due grandi aree industriali dismesse che sono la Val Bormida e l'ex Ilva, dobbiamo fare venire produzioni nuove e difendere quelle che abbiamo. Ad esempio fino ad ora non abbiamo difeso l'industria del vetro della Val Bormida. L'attenzione è stata tutta rivolta al turismo e alla logistica".
Un sistema industriale ha però necessità di approvvigionamento energetico, ma progetti fatti calare dall'alto e ritenuti impattanti sull'ambiente come quello del rigassificatore, che ha visto un vasto movimento popolare di opposizione all'opera, con il Partito Democratico non sono ritenuti una valida soluzione .
"Il rigassificatore in questa provincia viene per una ragione soltanto – ha aggiunto Orlando - perchè bisognava fare un favore al sindaco di Fratelli d'Italia di Piombino. Ma noi non siamo mica quelli che sbrighiamo le faccende in Fratelli d'Italia. Se vinco le elezioni voglio rappresentare la mia regione, non essere il cameriere di Giorgia Meloni. Bucci ha dato una risposta incredibile sul rigassificatore, ha detto: 'Prima vediamo cosa dice il Ministero'. No prima deve parlare la regione Liguria e dobbiamo dire no al rigassificatore".
La sanità Ligure è caratterizzata da fughe di pazienti verso altre Asl, in particolare quella del Piemonte, carenza di personale e liste d'attesa che per alcuni interventi chirurgici prevedono anni. Una gestione difficile per chi dovrà guidare la Liguria nei prossimi anni.
"Delle Asl – ha spiegato Orlando - il bilancio più in ordine è quello della mia provincia, a La Spezia, perchè ha più fughe: andiamo in Toscana per farci curare. La questione è legata agli investimenti e al tema della riorganizzazione strutturale della sanità. Fino ad ora si sono solo messe delle pezze che sono state peggio del buco. La costituzione di Alisa è stata un'aggravante che ha creato un carrozzone inutile e ha tolto autonomia alle Asl. Si deve tornare a investire sulla sanità pubblica. Abbiamo visto usare la sanità privata non come elemento di integrazione del pubblico ma come sostituzione. In campagna elettorale non prenderò finanziamenti da operatori della sanità privata, non voglio soldi dalla sanità privata. Tutti devono avere il diritto di potersi curare perchè è un diritto costituzionale".
Orlando evidenzia poi la necessità di creare le situazioni ottimali per fare tornare medici che si sono formati nel pubblico ma fuggiti nel privato e creare le condizioni, soprattutto abitative, per il personale infermieristico sul territorio per avere organici “adeguati alla legge".
Infine le infrastrutture, un'altra criticità che incide su tutti i settori economici del territorio.
"Tutte le infrastrutture che sono state finanziate dal centrosinistra e dal Governo Conte2, sono state definanziate dal Governo in carica e bloccate dall'insipienza del centrodestra. Il Terzo valico ha un ritardo tale che uscirà dal Pnrr; la Genova- Ventimiglia costa 2 miliardi e mezzo e sono finanziati 50 milioni. La Gronda nei dieci anni del centrodestra è passata da un costo di 4 a 12 miliardi di euro e per la Diga di Genova hanno messo due cassoni".
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