Il Nazionale

Eventi e Turismo | 11 luglio 2024, 17:22

La Fiat spegne 125 candeline, Urso: "Qui il più grande stabilimento d'Europa, non diventi un museo. Lavoro, non profitto nella Costituzione"

Il titolare del dicastero alle imprese e made in Italy ha preso parte alla cerimonia del Lingotto: "E' stato luogo di progresso per l'intera nazione: spero sia ancora così".

La Fiat spegne 125 candeline, Urso: "Qui il più grande stabilimento d'Europa, non diventi un museo. Lavoro, non profitto nella Costituzione"

"Sono di quella generazione che ha sognato con la Fiat ha accompagnato la crescita dell'Italia da Nord a Sud. Alla fondazione del Lingotto, eravamo di fronte al più grande stabilimento d'Europa, non ci rassegniamo che diventi un museo dell'auto". Così Adolfo Urso, ministro delle imprese e del Made in Italy, ha partecipato alla cerimonia di celebrazione per i 125 anni dello storico gruppo oggi all'interno di Stellantis. Un evento (ribattezzato "Smiling to the future") che ha visto anche l'inaugurazione di "Casa Fiat", presso la Pinacoteca Agnelli.

"Siamo Repubblica fondata su lavoro, non su profitto"

Un discorso in cui ha reso omaggio al passato, al cambiamento stimolato e accompagnato, ma che non ha risparmiato quel pungolo che già in passato lo aveva visto contrapposto proprio a Carlos Tavares e al gruppo produttore di auto, soprattutto parlando di incentivi statali e produzioni (italiane e non). "La fabbrica è un luogo di progresso per l'intera nazione: spero che sia ancora così, dobbiamo lavorare insieme perché sia ancora così. La fabbrica è la nazione".

E non ha mollato la presa: "Anche oggi Stellantis evoca il made in Italy nella promozione dei loro prodotti, consapevole di cosa voglia dire a livello globale: eccellenza, eleganza, bello e ben fatto - ha proseguito Urso -. Ci sono state personalità che hanno segnato un'era: da Cesare Romiti a Sergio Marchionne. La storia è fatta dalle persone e non dal mercato. La Fiat era l'industria italiana: dobbiamo ritrovare coesione e responsabilità sociale per consentire che questa storia continui, gloriosa, anche con Stellantis". "E' il momento delle scelte e della responsabilità: a giugno dello scorso anno ho consegnato a Tavares l'articolo Uno della Costituzione. La Repubblica è fondata sul lavoro, non sul profitto. Che è legittimo, ma non a ogni costo. E l'impresa ha una responsabilità sociale, come sapeva bene anche l'avvocato Agnelli. Il Gruppo deve assumersi la responsabilità sociale del rilancio dell'auto in Italia, anche nel rispetto di quello che l'Italia ha dato alla Fiat".

"Il cuore Fiat batterà qui ancora a lungo"

Dopo l'esponente del governo Meloni è salito sul palco proprio Carlos Tavares, ceo di Stellantis. "Amiamo i nostri marchi più preziosi, compresi Fiat e Maserati che insieme a Lancia ed Alfa portano l'orgoglio italiano nel mondo. Il cuore di Fiat batte da 125 anni e batterà qui ancora per molto tempo". "E' un eroe italiano che ha raggiunto il successo nel mondo, uno dei più grandi datori di lavoro e in cui Torino è centrale. Polo dell'economia circolare, il centro delle batterie, il Green Campus e tutti i nuovi progetti sono stati portati a Mirafiori proprio per il nostro continuo investimento in Italia. Vinceremo insieme ai nostri dipendenti e Fiat sopravviverà a tutti noi".

"Torino uno dei tre cuori pulsanti, con Parigi e Detroit"

Olivier Francois, ceo di Fiat, ha aggiunto: "Fiat porta un marchio si sostenibilità, ma semplice, iconi e inclusivo. Italiano, ma dall'appeal globale. Così siamo leader dentro Stellantis e in tre continenti diversi".

Massimiliano Sciullo

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