Giunge da Morazzone l’appello di una mamma disperata, che da oltre tre anni entra ed esce continuamente dagli ospedali per un problema di salute di suo figlio a cui nessuno specialista riesce a dare un nome.
È la storia di Nathan Liam, quattro anni, che da quando ha otto mesi ha iniziato a presentare sintomi quali febbre che sale e scende quotidianamente e costante affanno, a cui dopo si sono aggiunti dolori addominali e articolari, bruciore agli occhi, una pessima saturazione, una spiccata apatia che non gli permette di avere una vita sociale e una mancanza di appetito tale che lo ha portato oggi a pesare solo 17 chili.
Ben trentadue ricoveri nell’ultimo anno, trentotto quello prima, un vano dentro-fuori dai Pronto Soccorso senza ottenere risposte e cure adeguate mentre i sintomi aumentavano sempre di più, così come la preoccupazione e l’allarme di sua mamma Elvira.
«Non sapere che cosa abbia mio figlio mi dà una sensazione di impotenza che mi distrugge - racconta Elvira - Mi hanno presa per fissata e ossessiva, mi sono sentita dire di tutto».
Elvira e suo figlio Nathan Liam sono stati in questi anni negli ospedali di Cittiglio, Monza, Merate e infine Varese, dove lo scorso febbraio il piccolo è stato anche operato alle adenoidi e alle tonsille ed è stato sottoposto a un esame genetico, che ha dato come primo risultato un numero di globuli bianchi attorno a quattromila, quindi spaventosamente basso. Altri esami svolti negli anni precedenti non hanno mai evidenziato risultati anomali.
La ricerca disperata di uno specialista che potesse aiutare Nathan Liam si è allargata, ed Elvira si è rivolta anche all’ospedale pediatrico Meyer di Firenze e al Bambin Gesù di Roma: «Dal Meyer ci hanno chiamato dicendoci di mandare i risultati dei test genetici, quando li avremo, che li valutano. Anche dal Bambin Gesù ci hanno chiamato, promettendo che ci avrebbero ricontattato per chiederci maggiori informazioni».
Quello di Elvira è un appello «a chiunque abbia avuto qualsiasi tipo di esperienza simile» per cercare di capire quale sia il problema di salute di suo figlio, così da poter provare a cercare una cura.
«Ogni giorno si presentano sintomi nuovi. Se qualcuno potesse aiutarmi a capire che cos’ha mio figlio o suggerirmi a chi potermi rivolgere… Qualsiasi cosa abbia sta progredendo e ho sempre la sensazione che ogni cosa che facciamo sia una terribile perdita di tempo».
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