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Eventi e Turismo | 10 maggio 2024, 15:08

Oltre la malattia, Giovanni Allevi porta al Salone la fragilità che diventa forza: “Il mio cuore esplode di felicità”

Standing ovation per il musicista e compositore, autore del libro “I 9 doni”: dall'ultimo tour al monologo di Sanremo, le sue riflessioni sul dolore e sulla vita

Oltre la malattia, Giovanni Allevi porta al Salone la fragilità che diventa forza: “Il mio cuore esplode di felicità”

Una vera e propria standing ovation ha accolto e salutato Giovanni Allevi al Salone Internazionale del Libro di Torino: il musicista e compositore, autore del libro “I 9 doni” edito da Solferino, ha portato alla kermesse le sue riflessioni sul dolore – alla luce del tumore per cui è in cura da diversi mesi - e sulla vita.

Malattia e cultura

Durante l'incontro di oggi, condotto in piedi per tutta la sua durata, Allevi ha raccontato a ruota libera pensieri ed emozioni sulla malattia e sull'importanza della cultura, in particolare della musica: “Durante l'ultimo tour - ha dichiarato – ho portato sul palco la fragilità che, attraverso la musica, acquisisce senso ed è in grado di trasformarsi in forza. Questa cosa è stata bellissima perché ha coinvolto non solo me, ma anche le persone che sono venute a seguirmi in una dinamica interiore di riscoperta della fragilità; di fronte al dolore si vive una condizione di spaesamento, per questo la cultura assume un ruolo fondamentale”.

Il tutto nonostante non siano mancati i momenti difficili: “Ho vissuto – ha proseguito – un paradosso, perché ho avuto un fortissimo dolore alla schiena e un tremore alle mani che mi ha arrecato molte difficoltà a suonare non solo per cause fisiologiche ma anche psicologiche. In certi momenti ho anche pensato di abbandonare le scene, convinto di non poter più dare il meglio, ma grazie alla psicoterapeuta dell'Istituto dei Tumori che mi ha suggerito di visualizzare la cosa in chiave positiva mi sono calmato e ho fatto uno dei concerti più belli della mia vita”.

Un altro aspetto della malattia è quello legato alla creatività, riscoperta proprio nei momenti peggiori: “Durante il periodo di cure in ospedale - ha ancora aggiunto – ho scritto un concerto di 7 ore per violoncello e orchestra, musicando una parola terribile come mieloma scoprendo una melodia molto romantica. Qui ho capito che quella contro la malattia è una battaglia che si combatte e si vince ogni giorno, anche se mi hanno detto essere cronica io mi considero vincitore e il mio cuore esplode di felicità”.

Il monologo di Sanremo

Allevi è anche ritornato, infine, sul monologo fatto durante l'ultimo Festival di Sanremo, in grado di non lasciare indifferenti: “Il mio intento – ha concluso – non è stato quello di spettacolarizzare il dolore, ma di distruggere alcuni capisaldi della nostra società tra cui l'idolatria dei numeri, promuovendo l'importanza di liberarsi dai giudizi esterni e rivelando tutto il mio affetto verso chi vive situazioni di dolore; quando intravedi una possibile fine, ti riavvicini al concetto di immortalità”.

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