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Sport | 21 aprile 2024, 14:39

IL COMMENTO DI FABIO GANDINI - L’A2 è la morte, Varese è viva

È salvezza (quasi, ma non possiamo credere che possa accadere quello che dovrebbe accadere affinché non lo sia...). Una stagione di balbuzie, di repliche lasciate, di vittorie che diventano illusioni: oggi no, oggi nessun dubbio, oggi - nel momento più catartico - dalla Openjobmetis è arrivata a una risposta perentoria, autentica, definitiva. Ora ci vorrà qualche giorno di detox per tirare una somma compiuta, ma la morale è facile: bisogna imparare dagli errori, altrimenti fra un anno saremo punto e a capo

IL COMMENTO DI FABIO GANDINI - L’A2 è la morte, Varese è viva

È salvezza. E se non vogliamo festeggiarla ora aspettiamo questa sera, attendiamo che vinca Treviso o che perda Brindisi. Ma non possiamo credere che dopo una partita come quella di oggi Varese possa perdere di più di 19 punti contro i veneti domenica prossima (unico caso - leggi QUI - che la terrebbe in gioco nella corsa…).

È salvezza. Al termine di una partita che non assomiglia per nulla alla stagione che la contiene: è forse tale aspetto - oltre alla quasi salvezza - il più bel regalo di questo pranzo del destino sull’isola. 

Un anno intero di balbuzie tecniche ma soprattutto mentali, di repliche lasciate a chicchessia, di vittorie trasformate in illusioni nello spazio di 7 giorni, di martellate subite, di angosce, incertezze e dubbi. Oggi no. Oggi nessun dubbio. Dal minuto 0 al minuto 40. Lontano da Masnago - dove la Openjobmetis aveva finora vinto solo 3 volte e tutte con Hanlan (insieme a Mannion e Spencer) ancora nel motore, nel momento più catartico di quella somma di momenti che fa un campionato - è arrivata una risposta perentoria, autentica, definitiva.

Varese ha dominato, facendo sembrare Sassari piccola piccola, nutrendosi per una volta della debolezza altrui. 82% da 2, record di squadra per questo campionato e terza prestazione stagionale assoluta della Serie A 23/24; 26 assist (fatto meglio solo contro Reggio Emilia), 143 di valutazione (idem come sopra). La Dinamo avrebbe dovuto mangiarseli i biancorossi sotto le plance, grazie alla coppia Diop-Gombauld:invece è stata mangiata. Da un sacrificio leonino che ha coinvolto in primis Spencer e Okeke (lavora ragazzo, lavora: perché se ti metti a posto gli orizzonti tuoi e nostri cambiano di parecchio… Le intimidazioni di oggi sono state poesia, sono state qualcosa che nessuno Spencer, nessun Owens possono dare…) e tutti i loro compagni in aiuto. Si è vista una difesa di grinta, di comunicazione, di attenzione. Il tempo dei primi 5 giochi a due subiti, poi i lunghi isolani non hanno più fatto male…

Oggi hanno difeso tutti. Tutti. Così come tutti, in attacco, sorretti dalla giornata di grazia delle mani, hanno dato plasticità alla Varese che tante, troppe volte, è rimasta solo sulla carta: quella dominate, sparagnina, veloce, bella, non fermabile. Quella vista tante volte lo scorso anno e quattro o cinque volte quest’anno.

È salvezza. Ci vorrà qualche giorno di detox, ora, per tirare una somma compiuta, posto che la morale di questo porto raggiunto, di questo vitale e non negoziabile (l’A2 è la morte, ripetiamolo tutti insieme) traguardo tagliato è già scritta: bisogna imparare dagli errori, che non sono stati pochi. Altrimenti fra un anno saremo punto e a capo.

Il match odierno, peraltro, fornisce già tante indicazioni. Quali? Il colore della ripartenza dovrà essere quello della carota, sperando di scansare gli assalti. Blindare Spencer, seconda mossa. Lavorare su Okeke, terza mossa. Quarta mossa: sfrondare gli inservibili, coloro che hanno finito il loro tempo (Woldetensae) o i giovani senza futuro.

Il resto è tutto da costruire. E da non sbagliare, guardandosi indietro per imparare, ora che - grazie ragazzi - andare avanti è possibile.  

Fabio Gandini

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