La famiglia di Hu Jie, il 36enne di nazionalità cinese che morì nell’incendio appiccato nel suo negozio di Monticello d’Alba il 19 settembre scorso, ha deciso di costituirsi parte civile col patrocinio dell’avvocato Ferruccio Calamari nel procedimento contro Stanka Batashka, la donna accusata di essere l’autrice del folle gesto. Dopo qualche ora di quel tragico giorno, tra la comunità cinese astigiana e albese era iniziato a circolare un video di Tik Tok con le immagini delle videocamere di sorveglianza che hanno ripreso la donna sul luogo dell’incendio (https://www.targatocn.it/2023/09/28/leggi-notizia/argomenti/cronaca-1/articolo/fate-attenzione-a-quella-donna-lallerta-in-un-video-che-da-giorni-circolava-nella-comunita.html). Nel video si vede l'imputata passare dietro al bancone del negozio, prendere un paio di forbici e chinarsi per portare via la cassa.
Bracciante bulgara 35enne, la donna, assistita dall’avvocato Maria Montemagno, è attualmente detenuta presso la sezione femminile del carcere "Le Vallette" di Torino in attesa di essere processata nell’abbreviato che si celebrerà al Tribunale di Asti il 5 aprile prossimo (https://www.targatocn.it/2024/02/28/leggi-notizia/argomenti/cronaca-1/articolo/lincendiaria-di-monticello-dalba-chiede-di-essere-processata-col-rito-abbreviato.html). Sono undici i capi di accusa a suo carico. Il più pesante riguarda una rapina che avrebbe commesso il 12 settembre scorso a Cossano Belbo, proprio una settimana prima dell’incendio al negozio di Jie a Monticello d’Alba. Per il pubblico ministero Laura Deodato la donna appiccò dolosamente il fuoco all’Ipershop Express. La moglie di Hu Jie riuscì a sottrarsi alle fiamme che nel frattempo si erano propagate velocemente, ma per lui non ci fu scampo: l’uomo morì intossicato dall’inalazione di monossido di carbonio.
Una settimana prima, invece, era il 12 settembre, la bracciante avrebbe messo a segno una rapina. Dopo essere entrata in un’abitazione a Cossano Belbo col volto coperto da una bandana, indossando un berretto, degli occhiali da sole e armata di pistola, avrebbe picchiato a sangue la padrona di casa, anche colpendola con una macchina fotografica, per portarle via il portafoglio, la carta di credito e il cellulare. La Procura sostiene nei confronti di Stanka Bataska anche l’accusa di utilizzo indebito di carta di credito, in quanto la donna avrebbe poi effettuato alcuni acquisti con la carta rubata.
Un altro fascicolo aperto nei confronti della 35enne è riferito a cinque furti che la donna avrebbe perpetrato tra il 9 e il 15 settembre a Loazzolo e Canelli, in provincia di Asti. Il modus operandi sarebbe stato il medesimo per quattro dei colpi: dopo aver scavalcato le recinzioni, divelto finestre, spaccato inferriate, rotto persiane e “usato violenza sulle cose”, sarebbe entrata nelle abitazioni delle persone offese per impossessarsi dei loro averi, tra cui anche beni alimentari e di prima necessità. Il quinto furto, invece, sarebbe stato commesso in un negozio di abbigliamento: qui l’imputata, indossando una mascherina chirurgica con la scusa di essere influenzata, avrebbe rubato la borsa alla titolare dell'attività commerciale.
Altro episodio addebitatole riguarderebbe un incendio avvenuto il 14 settembre a Canelli. Il fuoco venne appiccato in un magazzino di un negozio dello Shopping Center Il Castello e le fiamme andarono a coinvolgere altri esercizi commerciali, tra cui la farmacia e un bar del centro commerciale, fortunatamente, senza causare vittime.
Alla luce della riunione dei fascicoli e la richiesta di giudizio immediato formulato dal sostituto procuratore, il prossimo 5 aprile il giudice per le indagini preliminare del tribunale di Asti Elio Sparacino si pronuncerà sulla richiesta di rinvio a giudizio dell’imputata e sull’eventuale discussione del procedimento.
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