La diciannovenne Makka Sulaev sta per affrontare la seconda notte nella comunità protetta in cui è stata trasferita in attesa della probabile convalida del fermo di polizia giudiziaria cui è stata sottoposta nel pomeriggio di ieri (venerdì), poiché fortemente indiziata per l’omicidio di suo padre Akhyad, accoltellato nell’appartamento nicese in cui entrambi vivevano con la madre della ragazza e i suoi tre fratelli, tutti minorenni.
LA CRONACA DEL DELITTO
E tutti presenti nell’appartamento di via Valle San Giovanni, dove intorno alle 16.30 di ieri si è verificata la tragica lite costata la vita al 50enne, gravemente ferito con un coltello da cucina. Una lesione che non gli ha lasciato scampo, vanificando tutti i tentativi di salvataggio posti in essere dal personale medico del 118, intervenuto sul posto insieme ai carabinieri allertati da un vicino.Pertanto, fermo restando che sulla ricostruzione dettagliata di quanto avvenuto nell’appartamento il riserbo da parte degli organi inquirenti è massimo, per certo il delitto è scaturito al culmine di una lite familiare.
Plausibile ritenere, fermo restando che anche su questo punto non vi sono al momento conferme ufficiali, che la diciannovenne, descritta da chi la conosce come una ragazza ben integrata e studiosa, abbia impugnato il coltello per venire in soccorso alla madre e che la situazione sia rapidamente degenerata.
UNA FAMIGLIA NORMALE
Apparentemente un ‘fulmine a ciel sereno’, poiché dall’ambito familiare non erano mai emersi elementi che potessero far presumere situazioni di particolare disagio o violenza tra le mura domestiche. Originari della Cecenia, i Sulaev sono residenti da qualche anno a Nizza Monferrato dove fino a ieri hanno vissuto in modo apparentemente del tutto normale.Giunti in Italia nell’ambito dei percorsi umanitari, dalla data del loro ingresso non risulta alcun fascicolo pregresso che li riguardi: né negli uffici della Procura e né in quelli dei Servizi Sociali.
Musulmani osservanti, sempre discreti e riservati, i genitori avevano trovato lavoro nell’ambito della ristorazione in un locale cittadino, dove anche la figlia, che stava compiendo un normale percorso di studi, ogni tanto la sera dava una mano per contribuire al bilancio familiare.
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