Trascorsi ormai sei anni dal fatto, prosegue il procedimento penale nei confronti di tre dirigenti del settore viabilità della Provincia di Cuneo, accusati di lesioni per le gravi conseguenze subite da un ciclista classe 1973, originario di Torino per effetto della rovinosa caduta sull’asfalto di cui lo stesso fu involontario protagonista mentre a bordo della propria bici da corsa percorreva il tratto al km 9+050 della Strada Provinciale 148 tra Bra e Cavallermaggiore.
Il fatto avvenne il 26 ottobre 2019. In conseguenza della caduta – col processo si intende accertare se la stessa fu causata dalla presenza nella carreggiata di una buca dalle dimensioni di 30 centimetri per 15, con una profondità di 6,5 centimetri – l’uomo venne portato in stato di incoscienza al Cto di Torino e qui ricoverato in prognosi riservata, in ragione di una diagnosi di grave trauma massiccio facciale con frattura affondata e scomposta della teca cranica, perdita di sostanza ossea e la possibile avulsione dell’occhio destro. Venne quindi sottoposto a un intervento neurochirurgico d’urgenza, dopo il quale venne trasferito presso l’unità spinale dello stesso ospedale e quindi in terapia intensiva, dove gli venne anche praticata la tracheotomia.
Dall’ospedale torinese venne dimesso solamente l’11 maggio dell’anno successivo, 2020, dopo quasi sei mesi di degenza e dopo diversi interventi, mentre altri – aveva riferito in aula nei mesi scorsi – saranno ancora necessari per completare un percorso di guarigione particolarmente difficoltoso.
Tra gli imputati figura quello che all’epoca era il direttore dell’Ufficio Mobilità e Infrastrutture della Provincia, ingegner Giuseppe Giamello, difeso dall’avvocato Roberto Ponzio. Con lui un dirigente dell’Ufficio Tecnico del Settore Viabilità dello stesso ente, competente per il Reparto di Alba, e un capo cantoniere, entrambi difesi dall’avvocato Luca Martino di Cuneo. La parte offesa è costituita come parte civile col patrocinio dell’avvocato Marco Longo del foro di Torino.
L’accusa è invece rappresentata dalla pubblico ministero Cristiana Sorasio, succeduta alla collega Simona Macciò.
Nell’udienza tenuta lo scorso 29 novembre sono stati chiamati a deporre altri due dipendenti della Provincia, testimoni chiamati dall’avvocato Ponzio. Si tratta dell’ingegner Enzo Novello, già direttore dell’Ufficio Mobilità e Infrastrutture, e dell’ingegner Riccardo Enrici, già dirigente del Settore Tecnico Ufficio Viabilità.
Entrambi sono stati interrogati su quale posizione, funzioni e compiti facessero capo all’ingegner Giamello. Entrambi hanno quantificato in 1.500-1.600 il numero di chilometri di strade ricadenti nelle funzioni affidate all’imputato, peraltro andato in pensione nell’aprile 2020, pochi mesi dopo l’incidente.
Ai testimoni è stato quindi chiesto se lo stesso avesse compiuti operativi; chi doveva occuparsi di eventuali anomalie dei fondi stradali; se risultava tra i suoi compiiti assumere informazioni su dette anomalie; come venivano impiegate le risorse destinate alle strade.
All’esito delle due deposizioni, lo stesso imputato ha poi reso dichiarazioni spontanee. Alla giudice ha spiegato che il fatto di non aver mai saputo dell’incidente prima del procedimento in cui è stato coinvolto E di non aver mai avuto segnalazioni dall’ufficio manutenzioni in merito a quella zona ammalata.
La pubblico ministero ha quindi chiesto di sentire Corrado Parola, già segretario generale della Provincia, il quale ha già prodotto una nota scritta riguardante organigramma e compiti dei dirigenti in servizio al momento dell’incidente.
La difesa dell’ingegner Giamello ha chiesto di estendere altre richieste all’ente Provincia per appurare se fosse arrivata e da chi segnalazione dell’incidente e di sapere se in seguito a quale segnalazione erano stati effettuati i lavori stradali poi eseguiti in quel punto 2021. Siccome si parla di una sussistenza o meno di segnali di pericolo, è stato anche chiesto di accertare se era una zona presidiata da segnali o meno.
La giudice ha accolto le diverse istanze e rinviato il procedimento all’udienza già fissata per le ore 12 del prossimo 12 giugno.
La Provincia dovrà intanto rispondere alle varie richieste documentali entro il prossimo 30 giugno.
Lo stesso fatto è intanto al centro di una parallela causa civile davanti al tribunale di Cuneo, dove per appurare la dinamica del sinistro è stata disposta una perizia cinematica.













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