Tre anni per Massimiliano De Rossi, due anni e due mesi per Ileana Romagnoli e Franco De Rossi e un anno e quattro mesi per Fiorenzo Ciampi.
Queste la richieste di condanna del pubblico ministero Luca Traversa a conclusione di una lunga e articolata requisitoria durante l'udienza del rito abbreviato in merito al caso legato al "bonus facciate" di un condominio delle Ammiraglie a Savona.
L'inchiesta si concentrava sull'emissione di fatture per operazioni inesistenti strumentalizzando l’agevolazione del 90% prevista dal "Bonus facciate" con la formula dello "sconto in fattura" per ottenere così un profitto immediato e diretto ma effettuando invece lavori relativi non solo al rispristino delle facciate, ma anche di lastricati e di parti private. Opere per le quali l'agevolazione statale è del solo 50%.
Romagnoli, ex assessore e ex consigliere comunale di Savona (è decaduta nell'ottobre 2023) in qualità di amministratore di condominio, gli impresari Edil Sole i fratelli De Rossi e Ciampi geometra che ha asseverato il computo metrico, erano stati rinviati a giudizio per una presunta truffa ai danni dello Stato quantificata in circa 580mila euro, pari all’importo di crediti d’imposta non spettanti e frutto dell’emissione di false fatture in cui sono confluite anche spese mai sostenute.
A smascherare l'accaduto erano stati i finanzieri del Comando Provinciale di Savona al termine di una complessa indagine che aveva avuto impulso a seguito del servizio de "Le Iene" dopo la quale i militari del gruppo savonese avevano svolto accertamenti nei riguardi del condominio savonese, oggetto di lavori di ristrutturazione, tramite il ricorso al "bonus facciate".
Gli uomini delle Fiamme Gialle avevano così effettuato le necessarie perquisizioni negli uffici dell’impresa edile, dell’amministratrice di condominio e dell’architetto direttore dei lavori (la sua posizione è stata poi archiviata dal Pm Luca Traversa) acquisendo la documentazione contabile.
Da questi incartamenti, oltre alle dichiarazioni di persone informate sui fatti (condomini, impresari edili) i finanzieri avevano potuto acclarare le modalità fraudolente che avrebbero consentito al costruttore savonese di beneficiare delle agevolazioni previste dal bonus riguardante pertanto solo la restaurazione di facciate di edifici già esistenti.
Le successive fasi investigative e l’esecuzione di perizie tecniche affidate a ingegneri esterni, che avevano riguardato l’iter di assegnazione e le fasi di esecuzione dei lavori, avevano condotto all’accertamento della discrepanza tra quanto fatturato dall’impresa e il reale costo delle opere, evidenziando la presenza nel capitolato tecnico di lavori mai eseguiti.
Anomalie avrebbero anche riguardato il computo metrico, indicante lavori, materiali interessati e costi di realizzo, redatto da un tecnico abilitato quasi a lavori ultimati, oltre all’importo asseverato per usufruire della detrazione d’imposta, che sarebbero stati non corrispondenti al vero.
La somma ottenuta con questo modus operandi illecito, pari all’importo di crediti d’imposta non spettanti, era stata recuperata sui conti correnti dell’impresa esecutrice dei lavori in esecuzione di una misura coercitiva reale.
Nella prossima udienza spazio alle conclusioni degli avvocati difensori e poi verrà letta la sentenza.
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