Che il Festival di Sanremo sia stato un enorme successo è un dato di fatto ma, ora, tra i tanti complimenti emerge anche la classica diatriba tra residenti e locali.
Non tanto per piazza Colombo, dove la musica e il frastuono era limitato alle ore diurne e serali, quanto nella solita zona della ‘movida’, compresa tra piazza Bresca, piazza Sardi, via Gaudio, via Nino Bixio e via Gioberti. I residenti, che da decenni lamentano una situazione ormai fuori controllo, sono allo stremo delle forze visto che è praticamente impossibile dormire in troppe notti durante l’anno.
La settimana del Festival sembra sia stata la classica punta dell’iceberg che ha fatto nuovamente risvegliare la protesta e oggi sono comparsi anche nuovi striscioni di protesta, dopo che 26 residenti di piazza Bresca, piazza Sardi e via Gaudio hanno firmato l’ennesimo esposto, inviato alla Prefettura, al Sindaco e a tutte le forze dell’ordine.
“Noi possiamo comprendere che, in occasione del Festival ci sia festa – ha detto Daniela Musa, portavoce dei residenti – ma queste sono situazioni che si ripetono tutto l’anno e la situazione è ormai fuori controllo, visto che si è consentita l’apertura di locali ormai uno attaccato all’altro, che si espandono all’esterno senza controlli e con discoteche vere e proprie”.
Anche durante la settimana del Festival non sono mancate le proteste: “Avevamo difficoltà a sentire proprio la kermesse canora – prosegue Daniela Musa – visto che sotto avevamo discoteche a ‘palla’ e karaoke a tutte le ore della sera e della notte. Abbiamo chiesto informazioni e i titolari dei locali ci hanno detto che è stato il Comune a chiederlo. Ok al divertimento per il Festival ma da noi il Festival dura tutto l’anno”.
Daniela Musa, inoltre, sostiene che il comune non abbia nemmeno risposto all’esposto inviato a fine anno: “Sono solo stata contattata dalla Polizia – prosegue - e, pochi giorni dopo la risposta del Prefetto, mi hanno detto che possono vigilare sull’ordine pubblico ma, più di tanto non possono. Il Comune, quindi, è complice perché non vigila e non interviene. Ed è schierato dalla parte degli esercenti. Noi non siamo tutelati da nessuno e, se interveniamo ci prendono a male parole. Dopo il Covid sono completamente saltate le regole sull’occupazione dell’ordine pubblico. In pratica ‘Spazio aperto’ viene messo in atto tutto l’anno con dehors che si espandono a dismisura. C’è anche il problema sicurezza perché, molti vialetti che conducono ai portoni sono occupati da tavoli ed altro. Se ci fosse un incendio l’evacuazione sarebbe ostacolata senza pensare che spesso dobbiamo chiedere permesso per entrare in casa nostra. Ora abbiamo chiesto l’intervento di un avvocato che lavorerà su una sentenza della Cassazione che, in quell’occasione, ha condannato il comune a risarcire i residenti. Senza dimenticare che anche i proprietari delle case vacanza sono arrabbiatissimi per le lamentele dei clienti”.
Nella sentenza della Cassazione, infatti, viene evidenziato che “Se i rumori dovuti alla movida sono troppo forti ed invadenti, quindi nocivi per la salute di chi abita nelle vicinanze, e non viene garantito il rispetto alle norme di quiete pubblica, il Comune ha il dovere di pagare i danni”.
A fine 2023 i residenti hanno inviato un esposto al Prefetto, al sindaco, alla Polizia Municipale, al Questore, a Carabinieri e Vigili del Fuoco. Nella missiva i residenti di piazza Bresca, piazza Sardi, via Nino Bixio, via Gaudio (quartiere della Marina) e via Gioberti Sanremo chiedono al Prefetto di “Rivolgere la sua attenzione alla situazione dei quartieri centrali di Sanremo, dove, ormai da lustri, regna indisturbata la cosiddetta ‘movida’, in zone residenziali ma che, dagli anni duemila l'apertura di decine di locali, prevalentemente della tipologia pub (locale notturno) ha sostanzialmente danneggiato il diritto alla residenzialità e alla proprietà degli abitanti”.
I residenti evidenziano come, nella stagione primaverile-estiva ma anche in occasione dei week end, di festività, eventi cittadini di vario genere, la situazione delle zone sopra citate, diventa ingovernabile: “L'affluenza e la concentrazione di centinaia di avventori nella stessa zona, la musica a volumi altissimi, gli orari di apertura prolungati con i relativi schiamazzi che si protraggono fino a tarda notte, le risse tra avventori, i dehors che si ampliano a dismisura penalizzando fortemente le vie di accesso/uscita dei condomini (costituendo tra l'altro un pericolo per la sicurezza dei residenti, in quanto le uniche vie di fuga dagli stabili sono frequentemente occupate da tavoli e sedie dei locali, vie di fuga che in ogni caso risultano ristrette rispetto all'assetto originale) recano grave danno e disturbo alla popolazione residente”.
C’è anche la protesta dei padri della Chiesa parrocchiale ‘Nostra Signora della Misericordia’, in via Gaudio, letteralmente ‘accerchiati’ dai dehors e che lamentano un disturbo pressoché continuo delle funzioni religiose negli orari pomeridiani e serali a causa del volume eccessivo della musica.
Nell’esposto, particolarmente dettagliato, vengono anche sottolineati i problemi degli spazi “Indebitamente occupati e inglobati all'interno dei dehors, spazi pubblici quali marciapiedi (in via Gioberti, al punto di non poter transitare con carrozzine per bambini o disabili) e panchine (in piazza Bresca, cosicché non è possibile sedersi in piazza se non pagando le consumazioni)”.
“Dal 2008 sollecitiamo interventi da parte delle competenti autorità comunali – termina l’esposto - ma risultano sporadici e non risolutivi della situazione. Le condotte di chi avrebbe dovuto governare la situazione sono state, a nostro parere, omissive e in ogni caso sbilanciate a favore degli esercenti e non hanno tenuto in nessun conto le segnalazioni di disagio dei cittadini residenti”.
Una chiara accusa contro chi avrebbe, secondo i residenti e proprietari di immobili, assecondato le istanze dei commercianti a discapito del diritto al riposo e al semplice passaggio a chi vive in una zona radicalmente modificata nel corso degli anni.
Abbiamo sentito anche il presidente della Confcommercio di Sanremo, nonché noto imprenditore locale, Andrea Di Baldassare: “Mi spiace essere tornati indietro di 15 anni perché eravamo riusciti a trovare un punto di incontro con i cittadini. E’ stato fatto un passo enorme indietro, a causa della poca conoscenza di quelli che erano gli accordi presi con i cittadini. Non mi sento di andare contro i commercianti proprio durante il Festival perché la gente che vuole la festa e il divertimento. Abbiamo avuto un’evoluzione della kermesse canora incredibile. Mi metto però nei panni dei cittadini che non dormono ma, dall’altra parte mi distacco da quei commercianti che, in serate normali sono poco attenti ai problemi dei residenti. Nella ‘movida’ abbiamo a che fare con ‘schegge impazzite’ che non hanno compreso quegli accordi che ci portavano a poter fare un po’ più di festa nei periodi clou ma anche rispettare un maggiore silenzio in altri. Auspico in una strategia che porti ad un calendario condiviso tra commercianti e residenti, senza guerre di musica dall’una e dall’altra parte per il bene di tutti”.
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