In un nuovo video caricato su YouTube, Simone Cicalone ritorna sulla vicenda delle “ronda” di “Scuola di botte” nei vicoli di Genova. Una serie di video che hanno acceso la polemica sulla sicurezza nel centro storico.
Intanto la procura di Genova sta indagando su quanto accaduto nei giorni scorsi nel centro storico della città e ha richiesto informazioni alla Digos e alla Polizia Locale.
“Da quel che riporta la stampa siamo indagati dalla Digos per i fatti di Genova , tutto nasce dalla nostra trasferta nei vicoli di Genova ed i vari video usciti nelle scorse settimane - dice Cicalone nell’ultimo video - Quindi, al momento, se la Digos sta indagando lo sta facendo in maniera silente. Ovviamente se ci saranno degli elementi che proveranno dei nostri reati noi siamo pronti a risponderne come ne risponderanno tanti altri che, secondo me, possono averne fatti”.
I video in discussione ha superato le centomila visualizzazioni e mostrano incontri tesi tra il gruppo di Cicalone e residenti stranieri, generando reazioni negative. Le associazioni attive nei caruggi di Genova hanno criticato aspramente l'iniziativa, accusando lo youtuber di semplificare e banalizzare la complessità della situazione nel centro storico.
Cicalone risponde alle critiche sottolineando che l'obiettivo del video era promuovere il dialogo, ma ammette che alcuni membri del gruppo potrebbero aver agito in modo eccessivo.
“Non c’è nessun reato da parte nostra - aggiunge Mattia Faraoni, presente insieme a Cicalone nel tour dei vicoli - Anzi, siamo noi che siamo stati aggrediti e ci hanno impedito di continuare a lavorare. Ci hanno accusati di essere in troppi: quando andiamo in giro nei quartieri partiamo in cinque o sei ma a un certo punto diventiamo venti o trenta. Riconosco che in dinamiche come quella di Genova eravamo effettivamente troppi ma noi non lo abbiamo scelto, è il nostro pubblico che ci segue. Non possiamo dire alle persone di andare via”.
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