Il Nazionale

Cronaca | 31 gennaio 2024, 07:04

Dopo il panettone, Milano primeggia anche sul pandoro Balocco griffato Ferragni. Perché?

Il procuratore generale della Corte di Cassazione, a cui è stato chiesto di dirimere il conflitto di competenza tra le Procure di Cuneo e Milano ha stabilito che ad occuparsi dell'indagine "pandoro-gate" sarà quella meneghina

Dopo il panettone, Milano primeggia anche sul pandoro Balocco griffato Ferragni. Perché?

Fate i buoni, ad occuparsi dell’inchiesta Ferragni-Balocco sarà la Procura di Milano. A stabilirlo con decreto, il procuratore generale della Corte di Cassazione, investito dall’aggiunto meneghino dopo aver ricevuto la richiesta da parte della Procura di Cuneo degli atti di indagine perché convinta di essere territorialmente competente.

Nel decreto redatto dal magistrato del Palazzaccio, oltre ai nomi di Chiara Ferragni e Alessandra Balocco, è spuntato anche quello del manager della imprenditrice digitale, Fabio Maria Salvatore D’Amato, finito anche lui al centro dell’inchiesta pandoro-gate.

La vicenda è nota. I ricavi provenienti dalla vendita del "Pandoro Balocco Pink Christmas, Limited Edition Chiara Ferragni", lanciato sul mercato il 22 novembre 2022, avrebbero dovuto essere destinati all’Ospedale pediatrico Regina Margherita di Torino, ma ciò non sarebbe avvenuto nei modi con cui l’imprenditrice digitale l’aveva annunciata in conferenza stampa il 22 novembre 2022 e raccontata ai followers tramite storie e post di Instagram.

La donazione liberale, che porta il nome Balocco, si legge nel decreto, in effetti c’è stata, ma nel maggio 2022, quindi in un “momento antecedente all'avvio della campagna pubblicitaria, e non risulta, pertanto, associata al ricavato delle vendite” del dolce natalizio con lo zucchero a velo rosa. Da qui, anche le inchieste delle uova pasquali con Dolci Preziosi e la bambola Trudy.

Il punto di disaccordo tra le due Procure, quella piemontese e quella lombarda, nasceva proprio dalla diversa interpretazione sul presunto “ingiusto profitto”, elemento essenziale per integrare il reato di truffa, che sarebbe avvenuto in momenti e in luoghi diversi: per Cuneo era Fossano, dove ha sede la Balocco, per gli uffici meneghini, Milano.  

Nel decreto della Procura della Corte di Cassazione, che ha accolto quanto affermato da quest’ultima, si legge che “l’ 'operazione posta in essere ha determinato l'elargizione di un compenso da parte della Balocco S.p.a., in favore delle società riconducibili alla Ferragni, in forza di contratti stipulati a Milano, stesso luogo dove sono radicati gli istituti di credito presso i quali insistono i conti corrente di destinazione indicati sulle fatture emesse dalle medesime società nei confronti della Balocco S.p.a.”.

Inoltre, prosegue il documento, “in relazione all'ultimo luogo in cui è avvenuta una parte dell'azione non può farsi riferimento alla diffusione del comunicato stampa nel mese di novembre 2022 e alle successive indicazioni contenute nei post, nei repost e nelle stories pubblicate da Chiara Ferragni sul suo profilo Instagram personale, […]. Le Sezioni Unite della Corte di Cassazione, considerata l'ubiquità della rete internet, hanno affermando che quando un soggetto accede ad un sistema informatico, il luogo del fatto deve individuarsi non nel luogo di allocazione fisica del server host, bensì quello dove li soggetto, dotato di un hardware ni grado di collegarsi con la rete, effettui l'accesso in remoto”.

Quanto deciso dal procuratore generale della Corte di Cassazione, però, non è definitivo. Questo perché, se un processo si farà, la competenza territoriale potrebbe essere al centro di un match di ping-pong tra difese e magistrati, come un po' lo era stato con il procedimento del Tenda-Bis, in cui era sfida aperta tra la Procura di Torino e quella di Cuneo.

Ad ogni modo, da questo momento le indagini proseguiranno a Milano e saranno coordinate dal procuratore aggiunto Eugenio Fusco.

 

CharB.

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