In varie occasioni, nei loro tour nel Cuneese, i deputati Enrico Costa (Azione) e Luigi Marattin (Italia Viva) avevano promesso che sarebbero rimasti uniti sui territori anche quando i loro rispettivi leader, Carlo Calenda e Matteo Renzi, già se ne dicevano di tutti i colori e divorzio mancava al divorzio soltanto la formalizzazione.
Ora quel sogno si è infranto anche in Piemonte perché in Regione le strade si sono divise e sul territorio ognuno ha imboccato la strada che ritiene la migliore (o la meno peggio) per sè.
Azione, appoggiando la lista Cirio – di cui nel Cuneese il principale alfiere sarà il sindaco di Busca Marco Gallo – si è collocata nel centrodestra, pur tra i mugugni degli “azionisti” torinesi e di quelli di qualche altra provincia.
Italia Viva non ha ancora ufficialmente scelto, ma il suo più autorevole esponente piemontese, Enrico Borghi, capogruppo al Senato, è tornato nei giorni scorsi a mettere sul tavolo del centrosinistra la candidatura civica di Federico Borgna, ex sindaco di Cuneo, da contrapporre a Cirio.
E anche sul percorso verso le amministrative la situazione non è dissimile.
A Saluzzo, patria dei due segretari provinciali, Andrea Vassallo (Azione) e Francesco Hellmann (Italia Viva), la separazione si è plasticamente evidenziata la scorsa settimana quando quest’ultimo, presente all’assemblea di “Insieme si può”, ha comunicato la sua adesione alla coalizione del centrosinistra civico.
A Fossano Gianfranco Dogliani (Azione), sfilatosi dal Patto civico, ha annunciato la corsa autonoma al primo turno non condividendo la scelta del suo omologo di Italia Viva, Armando Boretto (che ha aderito al Polo civico) di sostenere il candidato sindaco del centrosinistra Francesco Balocco.
Ad Alba, la situazione è ancora magmatica. Il giovane coordinatore di Azione, Giacomo Prandi, non sembra entusiasta di schierarsi tout court nel già affollato centrodestra di Carlo Bo, dove avrebbe un ruolo marginale e vorrebbe perseguire altri percorsi. Tuttavia, questi appaiono difficili perché – dopo il patto Costa-Cirio per le regionali – sfilarsi dal centrodestra avrebbe il sapore di una impresa titanica proprio nella tana del lupo.
A maggior ragione - per quel che concerne Italia Viva - appare poco probabile che Marta Giovannini, sindaca di Verduno e plenipotenziaria di Renzi nell’Albese, abbia intenzione di sostenere Bo e la sua coalizione di centrodestra dopo essere stata in passato candidata al Parlamento nelle liste del Partito Democratico.
Bra – in questo contesto provinciale farraginoso – è l’unico caso in cui Azione e Italia Viva vanno d’amore e d’accordo.
Federico Dellarossa (Azione) e Beppe Rosciano (Italia Viva) hanno infatti già deciso il loro convinto appoggio al sindaco uscente del Pd Gianni Fogliato.
Va detto che siamo in presenza di due esponenti politici navigati: il primo arriva da Forza Italia, anche se nel 2019 si era staccato appoggiando la corsa di Sergio Panero, che, questa volta, sarà con tutta probabilità il candidato sindaco del centrodestra.
Il secondo, Rosciano, ha un cursus honorum di tutto rispetto: nella sua lunga carriera politico-amministrativa ha ricoperto vari ruoli, dal consiglio dell’allora CrBra a quello comunale fino a quello più importante di assessore provinciale ai tempi del partito socialista.
Personaggi dunque che, in virtù dei loro curricula e delle loro esperienze, non hanno bisogno di chiedere permesso ad alcuno per decidere con chi schierarsi .
Se il Terzo polo implode in ogni dove, Dellarossa e Rosciano possono, a buon diritto, essere ritenuti gli ultimi giapponesi nella giungla centrista o “terzopolista” che dir si voglia.
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