Dopo esserne dette di tutti i colori Partito Democratico e Movimento 5 Stelle proveranno oggi a capire se esistono le condizioni – per quanto minime – di aprire ad un’intesa elettorale in vista della consultazione regionale di giugno.
L'ultimo confronto – il 21 ottobre dello scorso anno alla festa di Sinistra Italiana - non era stato all’insegna dei migliori auspici, tuttavia entrambe le forze politiche sono in difficoltà rispetto ad un centrodestra che in Piemonte sembra tracimante.
Infatti, mentre il presidente uscente della Regione Alberto Cirio è da mesi in campagna elettorale, né il Pd né i 5 Stelle hanno sotto mano un candidato da contrapporgli.
Il “mal comune” è dunque l’unico dato politico che accomuna in questo frangente le due forze politiche che – più per disperazione che per convinzione – cercheranno di trovare un appiglio per provare ad unirsi.
Da una parte la delegazione Pd guidata dal segretario regionale Domenico Rossi e dalla presidente del partito Nadia Conticelli insieme al capogruppo in Consiglio regionale Raffaele Gallo.
In video collegamento il responsabile nazionale degli Enti locali Davide Baruffi. Non ci sarà invece – così risulta – la vicepresidente nazionale Chiara Gribaudo perché (potenzialmente) parte in causa.
Dall’altra la delegazione dei 5 Stelle, di cui dovrebbero far parte i consiglieri regionali Ivano Martinetti e Sean Sacco, capitanati dalla capogruppo Sarah Disabato. Anche in questo caso in video collegamento ci sarà la vicepresidente Paola Taverna, ma non la sua collega torinese Chiara Appendino, da poco designata vicepresidente.
L’assenza di Appendino, che pure giocherebbe in casa, la dice lunga, così come il fatto che i leader nazionali dei rispettivi partiti, Elly Schlein e Giuseppe Conte, si tengano prudentemente fuori fa dire che questo primo abboccamento ha una valenza strettamente locale ed è lungi dal prospettare un’alleanza strategica.
Dalle scarne indicazioni che trapelano s’intuisce che dall’incontro odierno non scaturirà alcuna decisione di sostanza.
Al più, si parlerà genericamente di programmi, del bilancio negativo dei 5 anni della gestione Cirio e della condivisione di far muro contro quello che entrambi definiscono il “destra-centro” che dal 2019 governa il Piemonte.
Nessun nome di possibile candidato presidente da contrapporre a Cirio verrà portato al tavolo per evitare che quello di oggi possa essere il primo e anche l’ultimo abboccamento.
La corsa contro il tempo imporrebbe decisioni urgenti, ma il disgelo è operazione difficile da condurre in pieno inverno.
Vedremo se i primi tepori della primavera favoriranno un’intesa che in gennaio ancora non si percepisce.
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