In quel di Torino torna di moda il “registro di bigenitorialità”: a riportarlo in auge, attraverso una proposta di delibera del Consiglio Comunale con tanto di Regolamento allegato, è il capogruppo di +Europa Radicali Italiani – Lista Civica per Torino Silvio Viale.
Il registro di bigenitorialità
Nell'idea di registro presentata, già sostenuta da due mozioni approvate in passato (ma mai attuate) e ispirato ai principi della Convenzione sui Diritti per l'Infanzia dell'ONU, i minori residenti in città possono essere iscritti indicando il doppio domicilio: “La sua istituzione - ha sottolineato Viale – è particolarmente utile in caso di coppie separate, perché le comunicazioni anche da parte della scuola arriverebbero a entrambi i genitori. Anche la Regione Piemonte ha approvato una legge a riguardo e altri comuni in Italia l'hanno introdotto”.
Lo stop per ragioni economiche
A “mettersi di traverso”, però, ci hanno pensato gli uffici comunali per ragioni economiche: mentre è arrivato l'ok per la regolarità tecnica, infatti, manca quella contabile per l'impossibilità di valutare le ricadute in termini di spesa: “Quella indicata - ha spiegato l'assessore ai servizi demografici e statistici Francesco Tresso – è sicuramente la direzione politica da prendere, ma la proposta implica una stima delle valutazioni economiche sul carico di lavoro che ricadrebbe sui servizi anagrafici, già in situazione di sofferenza. Per renderlo efficace, inoltre, il registro dovrebbe essere informatizzato: anche in questo caso bisognerebbe capire la possibilità di modificare il sistema informativo”.
Sull'eventuale gestione informatica, i tecnici comunali si sono già portati avanti: “Abbiamo immaginato – hanno sottolineato – un modulo online simile a quelli per il cambio di indirizzo e di residenza: in questo modo, l'aggravio sarebbe ridotto perché consentirebbe di dare visibilità alle iscrizioni effettuate sul registro a tutti gli uffici comunali e un accesso agile al servizio da parte della cittadinanza”.
La controproposta e il rifiuto
Per procedere in modo più efficace con l'iter, dalla Giunta è arrivata una controproposta: “Vista la bontà dell'input dato - ha aggiunto Tresso, in accordo con il collega Jacopo Rosatelli – e la sua condivisione, si potrebbe trasformare l'atto da delibera a mozione da approvare in tempi rapidi, consultando anche la segreteria generale, per dare un indirizzo politico netto e chiaro che consenta di agire anche a livello operativo sulla valutazione economica”.
Questa eventualità, però, è stata seccamente rispedita al mittente da Viale, che ha attaccato la Giunta: “Sono - ha risposto – allibito, non mi faccio prendere in giro: di mozione non se ne parla perché sarebbe la terza e farebbe la stessa fine del registro dell'identità di genere. Sono stufo di un Consiglio Comunale che non fa nulla, se questa proposta avesse la firma di Tresso non avrebbe ricevuto parere negativo; la delibera può essere modificata con emendamenti, per questo resterà in Commissione”.
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