"C’è il coprifuoco in tutta la Sierra Leone e aspettiamo per vedere come evolverà la situazione".
Sono le parole del dott. Roberto Ravera, psicologo dell'ASL 1, impegnato in un progetto umanitario proprio nel paese africano. Il medico sanremese sta bene e ci ha raccontato che cosa sta accadendo in queste ore di forte tensione.
"Questa mattina ci siamo svegliati in un'atmosfera strana. - racconta Ravera - Niente traffico e rumori, strade deserte. Abbiamo capito dalle news che questa notte c’è stato un tentato colpo di stato nella capitale Freetown. Un gruppo di ribelli armati hanno saccheggiato un presidio militare non molto distante da dove siamo noi e hanno liberato molti prigionieri che erano detenuti nel carcere di Pademba".
E adesso? "La situazione - come dichiarano i comunicati ufficiali - sarebbe sotto controllo. Noi siamo nel nostro compound di Lakka in attesa di capire come evolverà la situazione. L’aria che si respira qui è l’espressione di un Paese fragile nelle sue molteplici strutture, con il 60% della popolazione sotto la soglia della povertà e una disoccupazione, soprattutto giovanile devastante".
Il dott. Ravera conosce bene questi territori. Grazie al contributo di numerosi amici e sostenitori, negli ultimi 6 anni, il sanremese ha portato avanti un progetto di aiuto per la popolazione della Sierra Leone. Nei giorni scorsi, nel villaggio di Mamanso, lo psicologo, aveva inaugurato nuovi spazi all'interno di un complesso scolastico realizzato con il suo progetto umanitario. Ravera e i suoi soci, aiutano i giovani e più in generale le comunità di questi piccoli centri rurali.
"L’Africa continua ad essere un continente esposto a questo genere di crisi e anche qui in Sierra Leone si avvertiva la difficoltà della gente ad accettare una situazione economica così difficile. Pensiamoci quando si parla di immigrazione, perché come si può pensare che milioni di persone possano costruire un minimo di benessere in Paesi come questi. Bisogna davvero esserci per capire cosa vuol dire" - conclude Ravera.
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