Quattro anni. Nella notte tra il 23 e 24 novembre una frana causata da una violenta alluvione ha fatto crollare due piloni di Funivie della stazione di San Lorenzo che da quel giorno non sono più stati ripristinati.
I lavoratori dello storico impianto funiviario che si snoda da Savona a Cairo Montenotte sono stati messi in cassa integrazione e da un'ottantina sono passati a 49.
"Purtroppo la situazione è ferma al palo, abbiamo visto Ministri, Ministeri, Autorità Portuale interessarsi, provare a mettere giù qualcosa, ma poi il risultato è che l'infrastruttura è chiusa con le ultime gare di appalto per i lavori di ripristino dei piloni crollati è tutto bloccato, la funivia non riparte - ha detto Simone Turcotto, segretario Filt Cgil - I lavoratori adesso stanno lavorando, hanno fatto parecchia cassa integrazione, sono passati da 80 a 48 perchè per fortuna qualcuno è riuscito ad andare in pensione, ma è un'opportunità occupazionale che il territorio sta perdendo perché a regime potremo avere 150 posti di lavori buoni, invece siamo fermi al palo senza andare avanti nel ripristino".
"In questi 4 anni abbiamo fatto grandi parole, incontrato Ministeri di tutti i partiti politici, visto lungo la strada 4 commissari per il ripristino e la gestione di Funivie. Sappiamo l'unica cosa certa, che nessuno ha acquisito la possibilità di rimettere in piedi i piloni, per la seconda volta nessuno ha partecipato alla gara, abbiamo fatto una richiesta e sollecito al Ministero e ai due commissari e crediamo a giorni di essere convocati. L'unica cosa positiva sono che i lavoratori ora non sono in cassa integrazione ma stanno lavorando. Se nessuno però in piedi l'impianto c'è il rischio che ritornino in cassa" puntualizza Danilo Causa, segretario Fit Cisl.
Due sono invece i commissari, uno per la ricostruzione Vittorio Maugliani (predecessori Roberto Ferrazza e Fabio Riva andati poi in pensione di lì a poco) e l'altro per la gestione, Paolo Piacenza (neo presidente Autorità Portuale, successore di Paolo Emilio Signorini) dopo che la società era stata messa in liquidazione con una successiva revoca della concessione.
I bandi di gara sono stati praticamente un disastro. I lavori erano stati affidati dopo il primo bando ma dopo poco è scattata la rescissione contrattuale. Poi altri due sono andati deserti con l'ultima spiaggia che ha portato all'indizione di una procedura negoziata ad invito per 5 aziende. Nulla di fatto così come la trattativa diretta con Leitner.
Per la gestione invece la società Port Wire Rail (PWR, porto, filo e ferrovia) era nata con l'intenzione di rilevare la concessione di Funivie.
"L'iniziativa nasce per la volontà di alcuni operatori portuali e logistici, prevalentemente operanti nel settore delle rinfuse solide merci varie, riuniti nella società Logistica Portuale Savonese S.r.l. (LPS), attualmente unico socio di PWR" avevano scritto il presidente Gerardo Ghiliotto, numero uno dell'Unione utenti del porto di Savona che in società ha come consiglieri Franco Carlotto di Gruppo Pensiero e Giuseppe Cortesi, ex Ferrania Technologies e oggi Mv Maintenance -L'obiettivo, già ampiamente condiviso nel corso delle opportune verifiche condotte nei confronti dei principali stakeholders, consiste nel mettere a sistema le competenze diffuse dei soggetti costituenti, valorizzando l'utilizzo della infrastruttura pubblica funiviaria, integrandola nell'immediato con la modalità ferroviaria per veicolare entro i prossimi mesi fino al 70% dei volumi oggi trasportati via strada".
Anche in questo caso però senza il ripristino nessun passo avanti è stato fatto.
"Se purtroppo non si rimette in marcia l'impianto è difficile inventarsi qualcosa per il futuro. E' chiaro che ha grandi potenzialità perché unito al treno, con il porto di Savona che diventa cruciale per le rinfuse del nord Tirreno, sarebbe utilissimo per portare le rinfuse nel parco di stoccaggio di Bragno, si darebbe una nuova prospettiva sia al porto che all'impianto funiviario" puntualizza Turcotto.
"Le prospettive sono buone, c'è un gruppo di aziende che si sono messe insieme e sarebbe una cosa ottimale che prendessero loro la gestione, perché si parlerebbe sì delle Funivie ma anche del trasporto su treno. Sicuramente sarebbe ulteriore lavoro e nuove assunzioni" continua Causa.
Il mondo politico però deve battere un colpo e proprio lo stesso vice Ministro alle Infrastrutture Edoardo Rixi sarà in visita domani, 24 novembre, per un convegno sul Master Plan nuovo fronte mare a Savona.
"Rixi doveva venire il 10 novembre, spostano tutto al 24, data in cui c'è sciopero di Cgil e Uil, sembra che facciano a modo di non incontrarci, il vice Ministro sbircia, guarda se c'è qualcuno e poi scappa" punta il dito Turcotto.
"Chiederemo delle risposte anche a Rixi, qua ci sono troppi attori in campo. Qua se non tiriamo su questi pali e non si da il via a questo impianto purtroppo siamo sempre fermi" conclude Causa.
"E' talmente strategica per il territorio e per il comparto portuale e infrastrutturale sono certo che se fosse accaduto a Genova l'infrastruttura sarebbe stata messa in opera e in esercizio e starebbe già trasportando rinfuse. Toti è attento a quanto accade lì ma non è altrettanto attento a risolvere i problemi del savonese - l'attacco di Andrea Pasa, segretario generale della Cgil Savona - Savona se ne ricorda quando ci sono le elezioni quando bisogno impiantare attività che inquinano, che vanno contro l'ambiente, le comunità, che non portano occupazione. Di Savona non se ne ricordano anche i consiglieri regionali di maggioranza, non li ho mai sentiti parlare delle Funivie, quanto è strategica, quanto servirebbe al porto, quanto renderebbe competitivo il sistema infrastrutturale delle rinfuse. E' necessario che si metta in campo di concreto al più presto. La situazione è ancora ferma davanti agli occhi di tutti, con centinaia di camion che vanno avanti e indietro sul Cadibona. Pretendiamo una risposta concreta da parte di chi dice che bisognerebbe costruire il Ponte sullo Stretto ed è totalmente incapace a risolvere uan situazione che comporterebbe il ripristino di 4 piloni".
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