Patrizia Revello, dirigente scolastica ora in servizio a Moretta ma all’epoca dei fatti responsabile dell’Istituto comprensivo di Costigliole-valle Varaita, è stata scagionata dal Giudice di pace di Saluzzo per la vicenda dei 25 alunni cinesi respinti durante la pandemia da Covid dopo un anno di “educazione parentale” a domicilio.
Il Giudice di pace ha stabilito, il 25 settembre scorso, che il “fatto non sussiste”.
Il caso aveva tenuto banco nell’estate 2021 quando un ex dirigente scolastico aveva segnalato la vicenda e i sindacati avevano assunto in merito posizioni molto critiche.
“Parliamo di alunni che per un anno intero sono risultati inesistenti, gravissimo in uno Stato democratico. Serve una soluzione d’emergenza – avevano commentato i dirigenti provinciali dei sindacati della scuola - perché questi errori gestionali non devono ricadere sui ragazzi”.
La questione aveva avuto ampia eco mediatica.
A Costigliole si era anche svolto un dibattito pubblico organizzato dai sindacati per cercare di fare chiarezza sull’accaduto.
Gli studenti, formalmente, erano a casa in “educazione parentale”, ma non avrebbero studiato perché non seguiti e negli scrutini di fine anno erano stati bocciati perché risultati “assenti alle lezioni”.
In alcuni casi per 196 giorni su 206: in pratica dopo le prime due settimane a settembre erano “spariti”, dimenticati, in presenza o in didattica a distanza.
E per questo avevano dovuto ripeteranno l’anno.
La sentenza del Giudice di pace mette fine al controverso caso sempre che qualcuno non decida per ulteriori ricorsi.
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