Si fingevano tecnici, vigili urbani, poliziotti o carabinieri per intrufolarsi in casa di persone anziane o con difficolta. Oppure – utilizzando petardi, spray al peperoncino e altri oggetti - simulavano la presenza di una fuga di gas o di materiale pericoloso e spingevano i presenti a riporre oro e preziosi nel frigo o nel forno, per poi depredarlo.
È questo il modus operandi della banda sgominata nelle ultime settimane dalla Squadra Mobile della Polizia di Cuneo (sezione Antirapina), assieme a reparti e squadre dall'intero Piemonte.
Dodici persone, nomadi di etnia "sinti" residenti nella provincia di Torino, che dovranno rispondere di associazione per delinquere finalizzata a furti, rapine e truffa realizzate nel Cebano, a Chiusa Pesio, a Borgo San Dalmazzo, Saluzzo, Dronero, Fossano e Boves, con qualche tentativo fallito a Cuneo. Ma anche nelle province di Torino, Asti, Alessandria, Milano, Savona, Como e Piacenza (un totale di 27 furti in abitazione e sei rapine da luglio 2022 a gennaio 2023).
Nello specifico, sono state emessi otto arresti. Altri quattro membri sono stati indagati in stato di libertà (tra cui anche due ricettatori).
L'indagine è partita a maggio 2021 - coordinata dall'allora comandante della Mobile Pietro Nen. Un vero puzzle lungo un anno, partito con l'identificazione di automobili di grossa cilindrata che ricorrevano nei pressi delle scene del crimine.
Gli uomini della Mobile hanno rinvenuto una parte della refurtiva trafugata dalla banda, ovvero circa un chilo e mezzo d'oro (dal valore di 85mila euro), ventisette chili di argenteria (per 18mila euro), 30mila euro in contanti e tre automobili.
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