Operazione congiunta tra Guardia di Finanza, Squadra Mobile e Sezione Investigativa della Polizia di Stato questa mattina per l’applicazione delle misure cautelari in carcere, emesse dal Tribunale di Genova, nei confronti di sei persone, accusate di aver commesso in concorso tra loro il reato di trasferimento fraudolento di valori per agevolare la Camorra.
Secondo quanto finora emerso, i sei, tutti di origine campana, sono accusati di aver rilevato il bar ‘Libeccio’ del Lungomare di Pegli e di averlo intestato a soggetti prestanome per nascondere l’identità del reale proprietario, Angelo Russo, già condannato per traffico di stupefacenti e attualmente in carcere proprio perché parte di una rete di narcotrafficanti con base a Napoli.
Le indagini della Mobile hanno permesso di scoprire che Russo ha acquisito la proprietà del bar intestando il locale a un prestanome ma, di fatto, gestendo sempre in prima persona le attività e utilizzando denaro di provenienza non chiara per lavori di ristrutturazione a seguito di un incendio doloso che nel 2016 ha distrutto la struttura, ancora intestata ai precedenti proprietari.
Russo ha richiamato intorno a sé persone di sua fiducia quali, tra gli altri, il figlio, recentemente ferito in un agguato a colpi di pistola proprio a Napoli.
L’intestazione fittizia ha permesso a Russo di gestire il locale ininterrottamente dal 2018, evitando sequestri derivanti dai reati in materia di spaccio.
Il provvedimento di oggi ha portato in carcere Russo, mentre per gli altri coinvolti sono stati disposti i domiciliari o l’obbligo di dimora con presentazione quotidiana alla polizia.
Il bar, sottoposto a sequestro preventivo, proseguirà la sua attività sotto la gestione di un amministratore giudiziario.
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