Un articolo scritto ad hoc per diffamare Acqua Eva.
Questa l’accusa rivolta ai vertici dell’Acqua Sant’Anna di Vinadio nel procedimento in corso al tribunale di Cuneo, che devono anche rispondere di turbata libertà di industria e commercio.
Come spiegato dall’amministratore e presidente della società Fonti Alta Valle Po, Gualtiero Rivoira, la pubblicazione dell’articolo in cui si affermava che il loro prodotto di punta, cioè l’Acqua Eva, fosse in realtà un brand di proprietà della Lidl, causò loro un grande danno di immagine ed economico, soprattutto nell’ambito della Gdo: contratti interrotti, altri non andati a buon fine e bottiglie non più presenti sugli scaffali nei supermercati (LEGGI QUI)
Dietro alla stesura dello scritto c’era Davide Moscato (che ha già definito la sua posizione processuale), ex dipendente della Mia Beverage, società controllata dell’Acqua Sant’Anna che, sentito come testimone nel corso dell’ultima udienza, ha puntato il dito contro i vertici della società di Vinadio, il presidente e ad Alberto Bertone e il direttore commerciale Luca Chieri.
Stando a quanto emerso, sarebbero stati proprio loro a chiudergli di pubblicare quell’articolo sul blog per gettare discredito su Acqua Eva. Ma perché questo? “Durante una trasferta a Milano – ha spiegato Moscato – Luca Chieri mi disse che c’era un competitor nel comparto che, secondo loro, aveva rapporti molto stretti con la catena di distribuzione Lidl e che questo non era corretto nei confronti delle altre aziende. Non mi dissero mai esplicitamente che volevano gettare discredito su Acqua Eva: dissero che era una questione di interesse pubblico e che l’atteggiamento di questo competitor li danneggiava. L’articolo mi venne dettato al telefono da Luca Cheri”.
“Io e Bertone volevamo toglierci qualche sassolino dalla scarpa. Quel blog doveva solo mettere in imbarazzo Acqua Eva. Non volevamo creare nessun danno”: questo quanto ammesso nel corso dell’esame dal direttore generale Luca Cheri. “Dicevano agli acquirenti che la nostra acqua puzzava e di passare alla loro. Avevano anche smantellato la nostra area commerciale con tutti i venditori che erano passati da loro”.
Quanto alle accuse mosse da Moscato, il direttore ha negato di avergli dettato il contenuto dell'articolo per telefono: “La voce sull’acquisizione di Acqua Eva da Lidl circolava da tempo - ha proseguito - perché per lavorare in Italia con Lidl bisognava passare attraverso Fruit Service. Nel momento in cui l’ad di Fruit Service Norbert Gasser è entrato come consigliere in Acqua Eva, questa voce ha iniziato a circolare”.
L’articolo era stato inviato anche al manager di Coop Italia, Luciano Villani, ma sul punto Cheri ha preso le distanze: “Io non ero in grado di inviarlo nemmeno a Bertone”.
Alla prossima udienza, fissata per il 22 dicembre, proseguirà la deposizione di Luca Cheri e del coimputato Alberto Bertone.
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