Il Nazionale

Cronaca | 17 ottobre 2023, 13:14

Uccise il figlio a coltellate: in corte d’assise il processo per l’omicidio del tabaccaio di Alba

Imputato il 63enne contabile Piero Pesce, reo confesso. La Procura gli contesta l’aggravante della premeditazione. La difesa ha affidato una perizia psichiatrica per verificarne la capacità di intendere e di volere al momento del fatto

Uccise il figlio a coltellate: in corte d’assise il processo per  l’omicidio del tabaccaio di Alba

Mentre si avvicina il primo anniversario dalla tragedia, in Corte d’Assise ad Asti ha preso il via il processo di primo grado a Piero Pesce, il 63enne di Canelli che poco dopo le 9 di mercoledì 23 novembre 2022 telefonò al numero di emergenza 112 spiegando di aver ucciso il suo unico figlio all’alba di quel giorno, avventandosi su di lui mentre questi dormiva e colpendolo con un centinaio di fendenti per poi vegliarlo poco meno di quattro ore prima di ferirsi gli avambracci in quello che i soccorritori giudicheranno come un tentativo di suicidio per il quale rimarrà ricoverato per alcuni giorni all’ospedale Cardinal Massaia di Asti e quindi di consegnarsi alle forze dell’ordine. 

In quell’alloggio di viale Indipendenza a Canelli il figlio Valerio, 28 anni, aveva trascorso l’infanzia insieme al padre e alla madre. La donna è mancata alcuni fa in seguito a una prematura malattia. Il giovane, diplomato al liceo scientifico di Nizza Monferrato, vi era invece ritornato da pochi giorni, lasciando la casa di corso Europa ad Alba nella quale risiedeva da alcuni anni e nella quale aveva anche convissuto con la compagna Martina Sapuppo. Nella capitale delle Langhe da alcuni giorni erano rimaste abbassate anche le serrande verniciate di rosso della tabaccheria e cartoleria all'angolo tra piazza Cristo Re e via Fornace Sorba acquistatagli dal padre alcuni anni prima, nel 2017, e che per anni aveva gestito anche con l’aiuto della ragazza. 

Proprio la circostanza di problemi economici e di ammanchi non riconducibili alla gestione commerciale dell’attività, posta peraltro in una zona centrale e affollata di uffici, ma a conclamati problemi di ludopatia di cui il giovane avrebbe sofferto, insieme alla preoccupazione per le condizioni di fragilità psichica del ragazzo, rientrerebbe tra le motivazioni del folle gesto richiamate dall’uomo nelle dichiarazioni rese agli inquirenti nelle ore successive al fatto, prima che i magistrati ne disponessero il ricovero ospedaliero e, dopo alcuni giorni, la detenzione tuttora in corso presso la casa circondariale di Biella

Fatti che ora diverranno materia per il processo apertosi venerdì 13 ottobre di fronte alla giuria popolare presieduta dalla dottoressa Elisabetta Chinaglia, con Victoria Dunn giudice a latere

In capo all’uomo grave il pesante capo di imputazione formulato con la richiesta di rinvio a giudizio dal sostituto procuratore Stefano Cotti, che al contabile canellese contesta l’omicidio volontario con l’aggravante della premeditazione, oltre a quelle riguardanti il rapporto di parentela con la vittima e la minorata difesa di quest’ultima. Circostanze che possono valere una condanna all’ergastolo, se dell'uomo, reo confesso, non verrà provata l’incapacità di intendere e di volere al momento dei fatti. 

In questa direzione andrà evidentemente la strategia immaginata dalla penalista biellese Carla Montarolo, difensore dell’uomo e legale peraltro coinvolta nelle vicende processuali riguardanti due gravi fatti di sangue accaduti negli ultimi anni tra Langhe e Roero, per aver rappresentato persone imputate a diverso titolo nei processi di primo grado relativi alla rapina di Grinzane e all’omicidio di Avenir Hysaj a Bra. Da qui la sua scelta di affidare una perizia di parte alla psichiatra milanese Ilaria Rossetto, già consulente di parte civile nel processo al gioielliere Mario Roggero, mentre analogo accertamento disposto dalla Procura della Repubblica astigiana avrebbe sinora escluso l’ipotesi di un’incapacità. 

Nel corso della prima udienza, che peraltro non ha visto richieste di costituzione di parte civile, lo stesso pubblico ministero ha chiesto l’acquisizione agli atti di altre due consulenze, una riguardante le risultanze dell’autopsia disposta sul corpo del giovane, l’altra volta a escludere che il ragazzo avesse consumato stupefacenti nei giorni precedenti il delitto. 

Oltre alla discussione di alcune eccezioni preliminari, l’udienza è poi servita a fissare il calendario del dibattimento, che proseguirà a partire da inizio novembre con l’audizione dei Carabinieri intervenuti per primi sulla scena del delitto. Nella lista dei testimoni presentata da accusa e difesa figurano poi la fidanzata e la zio della vittima, il titolare dell’azienda di Nizza Monferrato presso cui Piero Pesce lavorava, il medico di base della famiglia, il precedente titolare della tabaccheria e il consulente fiscale della stessa attività, infine l’amico di Valerio col quale il giovane trascorse il pomeriggio precedente all’efferato fatto. 

 

[La tabaccheria all'angolo tra piazza Cristo Re e via Fornace Sorba ad Alba]

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