Il Nazionale

Cronaca | 04 ottobre 2023, 14:35

Falsi Modigliani, tutti assolti in primo grado, ma la procura ricorre in appello

Gli imputati erano a processo con l'accusa di truffa, falso, ricettazione e contraffazione di opere. Alcune delle opere, secondo quanto emerso in primo grado, erano effettivamente false

Falsi Modigliani, tutti assolti in primo grado, ma la procura ricorre in appello

Erano stati tutti assolti gli imputati al processo per la contraffazione dei Modigliani, ma il procuratore aggiunto Paolo D'Ovidio ha depositato la richiesta di appello. A tre mesi e mezzo della sentenza la procura ha deciso di impugnare il provvedimento del giudice monocratico del tribunale di Genova Massimo Deplano.

Gli imputati erano a processo con l'accusa di truffa, falso, ricettazione e contraffazione di opere. Alcune delle opere, secondo quanto emerso in primo grado, erano effettivamente false.

Le opere contraffatte erano risultate 'Cariatide Rossa', 'Giovane donna seduta', 'L'Atelier di Moise Kisling', ma il decesso di uno degli imputati, Joseph Guttman ha impedito una sentenza di condanna.

Erano stati assolti Giuseppe Massimo Vitta Zelman, Joseph Guttman (per le altre opere) e Rudy Chiappini perché il fatto non sussiste; Chiappini, Guttman e Zelman sono stati assolti anche perché il fatto non costituisce reato per la mancanza del necessario elemento psicologico; assolto anche Piero Pedrazzini perché il fatto non sussiste, Rosa Fasan, Nicolò Sponzilli perché il fatto non sussiste in quanto trattasi di falso innocuo.

I quadri erano stati sequestrati nel 2017 durante una mostra a Palazzo Ducale, la cui fondazione si era costituita parte civile.

La procura aveva chiesto cinque condanne e un'assoluzione. In particolare D'ovidio aveva chiesto la condanna a sei anni per Chiappini, a cinque anni per Guttmann, otto mesi per Sponsilli e Fasan, sei mesi per Pedrazzini e l'assoluzione per Zelman. Gli accertamenti scattarono nella primavera 2017, a mostra in corso che a quel punto chiuse prima, dopo la denuncia del critico Carlo Pepi e fra i testimoni-chiave viene individuato l'esperto francese Marc Restellini che puntò subito il dito contro Guttmann. Le perizie avevano stabilito che 20 opere, un terzo di quelle esposte, erano false. Secondo gli investigatori, attraverso l'esposizione alla mostra si voleva rendere autentiche delle opere false in modo tale da acquisire una maggiore quotazione e rivenderle a prezzi stellari nel centenario della morte di Modì. Per i legali degli imputati, invece, le opere sono autentiche.

Francesco Li Noce

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