Il Tribunale di Cuneo ha assolto per insufficienza di prove L. B., 51enne residente a Borgo San Dalmazzo con precedenti per violenza sessuale e reati contro il patrimonio, dall’accusa di aver estorto un’importante quantità di denaro a un’anziana donna residente a Villanova Mondovì.
Numerose erano le condotte tenute dall’imputato nei confronti della donna dal 2015 al 2018 in merito alle quali la Procura della Repubblica di Cuneo contestava la natura estorsiva.
I due si erano conosciuti per caso, a bordo del pullman che da Cuneo conduce a Mondovì. “Mi sembrava una persona gentile – aveva riferito l’anziana in tribunale –. Ci eravamo scambiati i numeri di telefono e qualche giorno dopo lui è venuto a trovarmi a casa mia a Villanova. Ci frequentavamo, era una normale conoscenza. Lui si lamentava di essere senza lavoro e mi aveva chiesto dei soldi. In un’occasione gli avevo dato 500 euro. Avevo da parte 180mila euro depositati in tre banche, più 27mila euro relativi a un lascito di mia madre e altri 30mila euro di gioielli in oro che tenevo con me. Mi ha portato via tutto. Un giorno mi minacciò con una pistola perché gli dessi 2.500 euro. Mi avrebbe ammazzata il giorno dopo se non l’avessi fatto. Mi prese a calci e mi diede della poco di buono”.
Da qui la richiesta della Procura, che per l’uomo aveva chiesto una condanna a sei anni e sei mesi di reclusione.
L’imputato, di contro, ha sempre negato ogni addebito: “Ho ricevuto dei soldi quando ho fatto le pulizie a casa sua. Penso mi abbia denunciato perché volesse da me qualcosa di più di una frequentazione”.
A favore dell’uomo l’esito di una perizia psichiatrica che il Tribunale aveva chiesto per verificare la capacità della donna di ricostruire correttamente quanto accaduto durante quei tre anni. Un accertamento dal quale sarebbe emersa la presenza, a carico della persona offesa, di un disturbo cognitivo che ne avrebbe inficiato non la capacità di testimoniare, ma quella di ordinare i ricordi cronologicamente.
Un esito che, in mancanza di altri più precisi riscontri in merito a elementi richiamati dalla donna, ha convinto il giudice a pronunciarsi per l’assoluzione in ragione dell’insufficienza di prove.
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