Attualmente sono 75 le persone nel centro accoglienza di Voltri. A una settimana dalla creazione del centro la Croce Bianca Genovese ha voluto raccontare come funzione la macchina dell’accoglienza in città. Tanta la solidarietà dei genovesi.
“Abbiamo aperto questo campo domenica scorsa. I ragazzi arrivati della prima ora sono già andati via, sono già stati trasferiti o si sono allontanati - dice Walter Carrubba, presidente Croce Bianca Genovese - Ad oggi abbiamo 75 presenze che a breve caleranno per trasferimenti.
L’ultimo arrivo è stato ieri mattina con 16 persone ma con 9 trasferimenti in contemporanea.
All’interno del capannone piove e spostiamo i tavoli della mensa a seconda dell’ondata di acqua. Fortunatamente le tende sono perfettamente impermeabilizzate e quindi non ci sono problemi.
La risposta che ha dato Voltri e tutti i cittadini genovesi è stata straordinaria, sia per la partecipazione che per le donazioni di prodotti e materiali”.
“Siamo qui per visitare i nuovi arrivi e vedere che non abbiamo patologie infettive in modo da poterli poi smistare e indirizzare negli appartamenti sul territorio - spiega il dottor Adelmo Bucci, referente medico accoglienza Croce Bianca Genovese - Cerchiamo di far fronte a questa emergenza di mettere tutti a loro agio”.
“Sono arrivato in Italia nel 2016 - aggiunge Yaya Moussa, mediatore culturale della Croce Bianca Genovese - Mi fa piacere lavorare con i ragazzi appena entrati in Italia. Posso dare una mano per spiegare ai ragazzi come funziona. Vengo qui ogni mattina per occuparmi dei ragazzi.
Volevo ringraziare la gente di Genova che ogni giorno porta qualcosa per i ragazzi: vestiti, caffè, biscotti”.
“La nostra associazione si è attivata con una grande raccolta ovunque in città e con la distribuzione da parte dei volontari dei circoli operai in tutta la rete genovese - dice Luca Bonfiglio di GenovaSolidale - Ci siamo attivati subito portando vestiti e alimentari.
Stiamo per organizzare delle grandi raccolte il giorno 30 in tutti i supermercati della città”.
“Sono nata e cresciuta a Voltri e ora vivo all’estero - racconta Marina, una volontaria - Quando ho sentito la notizia dell’arrivo, essendo ancora qui, mi sono attivata e sono venuta a vedere com’era gestito.
Parlo correttamente tre lingue quindi sono qui come interprete”.
“Sono un ex insegnante in pensione - dice Eugenio, un altro volontario - Mi sono accorto che questi ragazzi, sin dal primo momento, non sapevano nulla di italiano. Ho deciso così di mettermi a disposizione per far loro apprendere i minimi rudimenti della lingua”.
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