Ad oggi non ci sono elementi che colleghino l'incendio divampato tra Sanremo e Ceriana con quello di Taggia. Le indagini per incendio boschivo, sono portate avanti dai Carabinieri Forestali e al momento si procede a 360 gradi.
Tutto lascia immaginare che dietro i due roghi ci sia la mano di qualcuno ma ufficialmente non si può ancora parlare di dolo. I militari stanno procedendo a raccogliere e visionare i filmati di videosorveglianza ed ascoltare persone informate sui fatti. Da indiscrezioni emerge che non c'è un testimone diretto degli istanti antecedenti all'inizio del primo rogo, quello sopra Verezzo. Le uniche persone ascoltate sarebbero quelle che hanno dato l'allarme e hanno assistito ai momenti immediatamente successivi alla vista delle prime fiamme.
Gli incendi di Sanremo Ceriana, di Taggia e di Pontedassio si muovono su fascicoli di indagine distinti. La tempistica dei tre roghi dà da riflettere. Nella serata del 21 agosto scatta l'allarme per un incendio sopra Verezzo (Sanremo), le fiamme durante la notte arrivano a Ceriana. Il 22 agosto, in tarda mattinata, c'è un secondo allarme per le fiamme in zona San Giorgio, Taggia. Un incendio in una zona potenzialmente vicina con il rogo divampato la sera prima e tutto questo mentre le squadre dell'antincendio boschivo composte da vigili del fuoco, protezione civile e ranger erano impegnate nello spegnimento a terra, oltre ai canadair e gli elicotteri già in volo. Una emergenza. A complicare il quadro, in serata, il 23 agosto le fiamme si alzano a lato della SS28 nell'abitato di Pontedassio.
Una svolta in tal senso per le diverse indagini potrebbe esserci sul rogo più grande, quello di Sanremo-Ceriana che ha distrutto 260 ettari. Un danno incalcolabile se si considera il bosco incenerito e gli animali rimasti uccisi. Chi può essere il responsabile dietro tutto questo? Le ipotesi sono le più disparate da un qualche screzio legato al mondo della caccia, passando per allevatori senza scrupoli interessati a 'liberare' uno spazio per dei pascoli. Sia in un caso che nell'altro l'ipotesi di aver dato fuoco al bosco comporta più svantaggi che opportunità.
Su un terreno bruciato non ci si può cacciare per i successivi 10 anni, come previsto dalla Legge. Un bel danno se si valuta la pista degli screzi tra squadre di caccia rivali ma qui gli incendi colpiscono un'area talmente estesa da aver creato un problema alla maggior parte dei cacciatori di tutta la zona. Mentre per quanto riguarda i pascoli ci vuole del tempo, parecchio tempo, prima che questi spazi possano essere utili a questo tipo di attività. Infine non si esclude anche l'ipotesi più semplice ma anche la più preoccupante, il gesto di un piromane. Tutte piste valide ma come avviene in questi casi ci vorrà del tempo prima che si possa arrivare ad una conclusione e magari trovare il colpevole.
Commenti