Le liti vanno avanti da oltre un anno ma, oggi arriva uno stop dettato anche da una denuncia per un atto che è configurabile come di stampo mafioso. Il teatro della vicenda è Bajardo, piccolo paese arroccato alle spalle di Sanremo, dove un uomo, M.C., (insieme ad alcuni vicini) è stato minacciato prima in modo verbale e poi con due avvertimenti ‘mafiosi’, solo perché ha scoperto che c’è ‘qualcuno’ che ruba l’acqua al mini consorzio di cui è responsabile.
I fatti partono quando, i residenti (e alcuni proprietari di case vacanza) di regione Valloni e regione Vorizé, poco sotto Bajardo, sistemano una linea dalla zona di Piancastello per far arrivare l’acqua, visto che nelle 7 case c’erano gravi problemi di approvvigionamento. Un sistema che prevede il pagamento del prezioso liquido direttamente al comune, con un contatore e poi la suddivisione tra i 7 utilizzatori.
Dopo qualche tempo i residenti si rendono conto che il consumo è troppo elevato rispetto a quello che usano e, quindi, ‘battono’ la linea trovando un attacco abusivo. Viene presentata denuncia contro ignoti ai Carabinieri ma la cosa finisce lì. Ne parlano con il Sindaco e viene fuori l’idea di mettere un contatore a monte e uno a valle e, a quel punto, i 7 ne sistemano anche altrettanti, in modo da suddividere con più precisione la spesa tra loro.
L’estate scorsa l’acqua non arrivava. Nuovo controllo sulla linea e nuova connessione abusiva trovata. Denuncia e, a seguito dell’ennesimo allaccio senza permesso, questa volta M.C. di concerto con i vicini, sistema una foto-video trappola che inquadra e inchioda il colpevole. Nel frattempo viene anche installata una nuova linea da monte verso valle (circa un km di tubazione), ma le voci viaggiano in paese e, il colpevole sentendosi braccato, fa scattare la prima aggressione verbale, nell’aprile scorso.
Il 12 luglio M.C. si trova un cartello di minacce inequivocabile: “Piantala di rompere il c…o, fatti i c…i tuoi. Ti può costare caro, infame m…a”. Nuova denuncia ai Carabinieri ma la situazione non si sblocca e, il 22 luglio M.C. si trova una pallottola da caccia nella cassetta delle lettere, con l’ennesima denuncia.
La situazione esplode definitivamente il 1° agosto scorso, quando l’uomo si trova una testa di maiale appesa all’ingresso della sua proprietà. Chiama immediatamente i Carabinieri, che arrivano con il reparto scientifico dei Ris per i rilievi del caso, informando la Procura.
Ora M.C. e i suoi vicini chiedono giustizia, sia per le minacce che per quanto hanno dovuto subire in questi mesi. E chiedono aiuto anche al Sindaco, Remo Moraglia, affinchè il comune monitori con maggiore attenzione una situazione che è degenerata. Sette proprietari di abitazioni, che insistono sul territorio di Bajardo e che si trovano a dover lottare per un diritto più unico che raro, ovvero l’acqua.
E lottando si sono trovati di fronte a quel ‘qualcuno’ che, senza remore e senza timori, li ha minacciati pesantemente. Senza dimenticar ei problemi che devono subire da sempre, anche per la ricezione della posta e il conferimento dei rifiuti.
Abbiamo chiesto un commento al Sindaco di Bajardo, Remo Moraglia: “Il Comune, da questi contrasti fra utenti dell’acquedotto, non può entrarci. Proprio per questo prendiamo le distanze. Ma, come Sindaco, una situazione di questo tipo è gravissima. E mi dispiace che emerge una cosa del genere che scredita l’immagine del paese. Rimane il fatto che, come Comune, abbiamo sempre cercato di fare il massimo per soddisfare il fabbisogno di tutti, residenti e turisti. Per quanto riguarda la crisi idrica posso solo dire che tutti dobbiamo responsabilizzarci, affinchè sia usata con grande senso civico”.
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