Siamo stati nel negozio di via San Luca a parlare con Giorgia Spadaccini. Da circa un anno gestisce un negozio per animali e lo scorso 2 agosto è stata la protagonista di un’aggressione.
Come ci racconta la stessa Giorgia episodi di questo tipo non sono una novità.
Che cosa è successo?
“Erano le 3 del pomeriggio. Ho visto che un ragazzo di colore si è seduto davanti all’entrata del negozio. Sono uscita e gli ho gentilmente chiesto di spostarsi per far passare i clienti. Subito si è alzato, ha sbattuto il porta volantini e ha blaterato qualcosa ma non parlava in italiano.
Sono uscita per chiedergli nuovamente di spostarsi, ha ripreso il porta volantini mettendolo in mezzo al negozio e ha tirato fuori dallo zaino una pietra. Voleva colpirmi, io sono rimasta appiccicata alla porta del negozio. Poco dopo sono riuscita a andare nella via, ho chiesto aiuto, si sono sporti alcuni negozianti però nessuno mi ha soccorso. Nemmeno le persone che passavano, eppure c’era parecchia gente perché era pomeriggio. Andavo addosso alla gente per chiedere aiuto ma mi schivavano.
La ragazza che lavora nell’agenzia di viaggi qui vicino ha sentito le urla, è uscita, si è messa davanti a me. A quel punto l’aggressore mi ha dato un pugno in teste e a lei una gomitata, spaccandole il labbro.
A questo punto qualcuno finalmente è intervenuto”.
Aldilà dell’episodio violento ti ha lasciato di stucco l’indifferenza delle persone?
“Sì. I miei genitori hanno un negozio in questa via da 15 anni. Mi conoscono, sono qui da un anno. Tutto questo è triste.
Per aprire questo negozio mio padre ha dovuto fare una marea di papiri e documenti per prendere dei bandi che il comune ha messo a disposizione per avere degli incentivi. Abbiamo passato le notti a compilare documenti perché il negozio deve essere allestito in un determinato moto, deve essere decoroso ma la zona fuori e tutto meno che decorosa. Prima di dirlo a me, rendiamo la zona vivibile perché io non posso lavorare così, non sono tranquilla”.
È la prima volta che si verifica un episodio come questo?
“Assolutamente no. I miei genitori ne hanno viste di cotte e di crude. Io sono qui da un anno e vedo lo spaccio qui nel vicolo davanti. Dalle 18 non passa più una pattuglia quindi qui regna l’anarchia. Tutti fanno quello che vogliono: si tirano bottiglie di vetro e risse.
Tre settimane fa abbiamo dovuto chiudere il negozio mezz’ora perché due si sono pestati. Hanno spruzzato dello spray al peperoncino che è entrato nel negozio e ho dovuto chiudere.
Ogni giorno ce n’è una: stamattina hanno rubato nel negozio dei miei genitori che hanno dovuto rincorrere uno per farsi ridare la roba”.
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