"Aspetterò qualche giorno per decidere se presentare denuncia: certe cose non devono capitare".
È il commento di Cristina Barabino, al termine di un incontro avvenuto in Comune a Taggia, in merito alle presunte minacce ricevute sabato da parte di un agente della polizia locale. L'ex consigliera provinciale, ha ribadito la sua versione dei fatti, davanti al sindaco Mario Conio e al comandante Massimo Crudo: "...un agente ha estratto l'arma d'ordinanza puntandola verso la mia auto, una Fiat 500X con targa spagnola e poi anche nelle fasi successive ha continuato a parlarmi senza mai mettere via la pistola".
I fatti
Cristina Barabino ha assistito con alcuni familiari al concerto di sabato sera dell'Orchestra Sinfonica di Sanremo che si è svolto dalle 21 sul sagrato della Chiesa di San Giuseppe e Sant’Antonio. Un evento organizzato dall'associazione Gente Comune. Nel rispetto delle misure antiterrorismo, l'area era chiusa al traffico con varchi presidiati, o dalla Protezione Civile messa a disposizione dal Comune, oppure con mezzi messi di traverso. Al termine del concerto, erano da poco passate le 22, Cristina Barabino, arriva con l'auto allo sbarramento di via Boselli, con l'intenzione di raggiungere la suocera di 89 anni, impossibilitata a camminare e seduta a lato strada a pochi metri di distanza dal varco.
"Sono arrivata fino all'altezza del Bar Astra. Dal locale hanno dato una sedia a mia suocera che non poteva camminare, in attesa del mio arrivo. Raggiungo le transenne ma non c'era nessuno a presidiarle. - racconta Cristina Barabino - Dall'altra parte avevano già smontato il palco e stavano togliendo tutte le sedie del pubblico. Ho chiesto ad una persona che era lì se potevo entrare, mi ha detto di sì, così ho spostato le transenne, messo le quattro frecce e sono andata avanti a passo d'uomo".
Che cosa è successo dopo?
Fino a qui il racconto di Cristina Barabino coincide con quello del Comune. Il punto però è quello che è successo dopo, l'agente ha estratto, oppure no, l'arma di ordinanza puntandola verso l'auto? Per la donna alla guida e i suoi parenti, questi sono i fatti. Dal Comune al momento preferiscono non confermare questa possibilità.
"L'ho visto arrivare con piglio deciso, gridava in inglese, aveva le braccia tese e in mano la pistola. Mi sono sentita sotto mira. - dice Cristina Barabino, riferendosi all'agente e agli istanti successivi al suo ingresso oltre le transenne - Ho subito frenato e sono scesa dall'auto alzando le braccia. Lui ha abbassato l'arma ma l'ha sempre tenuta in mano. L'agente mi ha urlato tre volte 'Io posso sparare'. Sono rientrata in auto sconvolta per l'accaduto e ho detto che stavo solo cercando di aiutare mia suocera. A quel punto mi ha chiesto la patente e mi ha detto che mi dovevo vergognare perché ho anche ricoperto incarichi pubblici. Ho commesso un errore e ho chiesto che mi venisse anche fatta una multa. Poi nel frattempo mia suocera è stata fatta entrare in auto, mi è stata ridata la patente e alla fine ce ne siamo andate. Mia suocera è in silenzio da due giorni. Siamo tutti sotto shock".
L'incontro in Comune
In Comune questa mattina non si parlava d'altro con un certo sconcerto rispetto all'identità dell'agente al centro dell'episodio. Oggi il vigile era regolarmente in servizio ma non ha incontrato Cristina Barabino.
"Ho trovato disponibilità e comprensione da parte del sindaco e del comandante. Ribadisco, non voglio prendere decisioni affrettate ma quanto accaduto penso debba avere conseguenze. Non è giusto quanto successo a me e non deve capitare a nessun altro cittadino. Non voglio rovinare vita o la carriera a nessuno. Questa è una esperienza che mi ha segnato. Se fosse partito un colpo e mi avesse presa? - si chiede Cristina Barabino - Oggi forse quanto accaduto lo racconterebbero mio marito e i miei figli. Credo che almeno un provvedimento disciplinare sia necessario".
Dal sindaco sono arrivate delle scuse nei confronti di Cristina Barabino, per l'atteggiamento verbale assunto dal vigile. Le prossime ore saranno decisive per valutare se basti adottare una reprimenda nei confronti dell'agente o se invece si debba seguire un iter diverso che porti a sollevare l'agente dall'incarico 'su strada', levandogli anche l'arma d'ordinanza. Intanto verranno presi in analisi anche i filmati di videosorveglianza, mentre sia da una parte che dall'altra sembra che ci siano già alcuni testimoni pronti a sostenere una o l'altra versione circa il comportamento dell'agente e l'uso della pistola.
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