Il Nazionale

Cronaca | 31 luglio 2023, 18:27

FOTO e VIDEO - La risposta al dolore è un volo di farfalla: Chiara finalmente, Chiara per sempre

«Dove sei, Chiara?» si chiede la gente venuta qui per cercarti, non per un saluto impossibile. Tracce di te sono in realtà ovunque: sulla maglia di papà e nella sua voce strozzata, nella promessa di "Leti", nelle persone cui hai dato amore lungo il cammino, in quel Dio che a volte si trova davvero nell'uomo. E in quell'ultimo segno, definitivo, libero, soave

FOTO e VIDEO - La risposta al dolore è un volo di farfalla: Chiara finalmente, Chiara per sempre

Dove sei, Chiara? Dicci qualcosa, perché tutta questa gente (leggi QUI) è venuta qui per cercarti, non per un saluto impossibile.

Paiono tante le tracce di te, ma non sappiamo se siamo in grado di riconoscerle e di seguirle.

Don Carlo, per esempio, ci informa che in questa stessa chiesa sei stata battezzata e le vie della mente ci portano a chiederci se quel giorno, al tuo fianco, ci sia stata la stessa umanità che oggi si accalca e non trova spazio, eppur si stringe.

Sicuramente no: questa folla è amore e l’amore si conquista solo con il cammino, lungo la strada. Giovani e meno giovani, amici, conoscenti, persone con le quali avrai condiviso anche i battiti del tuo cuore e il "fumo" del tuo respiro d'inverno e altri che avrai magari visto appena una volte o due, di sfuggita, mentre il vento ti trasportava leggera da un'alba a un tramonto: hai visto quanti siamo? Hai visto quanto bene hai seminato, sui tuoi passi?

Dove sei, Chiara? Te lo chiediamo perché anche solo un pezzo di te ci strapperebbe dal dolore. E allora proviamo a scovarti negli abbracci dati ai tuoi genitori, un pellegrinaggio incessante, all’inizio come alla fine, e loro sempre lì, sempre dritti, sorretti che sorreggono, con una forza che gli umani non sanno di avere.

Pare evidente che in quella forza ci sia tu.

Lo stesso però: dove sei, Chiara? Sei in chi, un pezzo di te, lo ha tatuato dentro. Sei in papà Ignazio, vestito della tua immagine, e nelle tue compagne di pallavolo, maglia gialla, nome e cognome dietro, abbigliate per la partita più dura. Per tutte parla “Leti”: «Non apparterrai mai al passato: ti porteremo avanti per l’eternità, in campo e fuori».

Dove sei, Chiara? Sei nelle parole che escono dai microfoni sull’altare, qui e là a distrarre le lacrime, il caldo soffocante e il senso di abbandono: «Questo grande abbraccio non colma il vuoto… Ma loro (Christian e Chiara) ci stanno guardando, ci stanno amando…». E allora, «perché cercate tra i morti colui che è vivo?» ammonisce il vangelo di Luca. Così don Carlo: «noi, guardando Gesù messo in croce ingiustamente, capiamo che siamo abbracciati da una presenza unica sulle cui spalle possiamo piangere. E piangiamo con una speranza: la morte non è l’ultima parola sulla nostra vita».

Sì, ma dove sei, Chiara? Abbiamo già pianto venerdì sulle note de Il Pescatore di Fabrizio De André, ma lo rifacciamo volentieri, perché ci han detto che sei anche lì, sei in quella poesia fatta di umanità e carità, sei vicino a quel Dio che si trova - qualche volta - davvero anche nell’uomo.

E dove puoi essere, Chiara, se non nella chitarra di papà, nella sua voce strozzata che confonde inglese e strazio eppure non si ferma, perché sa che tu la stai in qualche modo udendo. «I Wish, I Wish you were here…»…

Dove sei, Chiara?

Mentre ce lo chiediamo un’ultima volta, sospesi tra così tanti segni di te e un incolmabile vuoto, fuori dalla chiesa, nel momento più duro, davanti a quello che apparentemente pare un corpo racchiuso e pronto all’ultimo viaggio, una farfalla gialla vola tra i presenti, li accarezza, e se ne va, libera e soave.

Eccoti, finalmente. 

Eccoti, per sempre.

Fabio Gandini

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