Il Nazionale

Cronaca | 19 luglio 2023, 08:37

Omicidio Alice Scagni, ecco perché la procura ha chiesto l'archiviazione per medico e poliziotti

Le carte del pm: "Il mancato invio della polizia non ha contribuito al delitto, solo una denuncia avrebbe consentito misure cautelari"

Omicidio Alice Scagni, ecco perché la procura ha chiesto l'archiviazione per medico e poliziotti

Nessuna responsabilità di medico e poliziotti nella morte di Alice Scagni. Nelle venti pagine con cui il pm Paola Crispo ha motivato la richiesta di archiviazione nei confronti degli agenti e della dottoressa del centro di salute mentale, emergono i dettagli che hanno portato all'inchiesta 'bis', quella sugli allarmi inascoltati nata dopo le denunce dei genitori di Alice e Alberto.

Il pm esclude l'ipotesi che la condotta degli agenti “potesse avere efficacia causale sull'evento (morte)”.

Nel caso specifico – scrive Paola Crispo - difetterebbe qualunque rapporto di causalità materiale con l'evento morte di Alice Scagni, rispetto al quale il mancato invio della polizia sotto casa della vittima, ben sette ore prima dell'omicidio, non può costituire un contributo al verificarsi di quell'evento, pianificato con premeditazione dal fratello e soprattutto giunto sul luogo diverse ore più tardi rispetto all'ora della richiesta alla centrale operativa della Questura, in quanto non era prevedibile in base ai dati di conoscenza a loro disposizione al momento della richiesta”.

Lo stesso, secondo la procura, vale anche per la dottoressa del centro di salute mentale a cui i familiari si erano rivolti settimane prima che Alberto uccidesse la sorella. “Conclusioni analoghe a quelle sopra svolte – scrive il pm - valgono anche per quanto riguarda il mancato avvio di un percorso terapeutico da parte della dottoressa in relazione al quale va escluso vi sia nesso di causalità materiale con l'evento morte, in una situazione in cui ancora la diagnosi di malattia era sicuramente incerta, così come gli elementi e le circostanze di fatto attribuiti dai familiari anche successivamente all'incontro del 22 aprile, sempre al limite tra condotte antisociali piuttosto che sintomi psichiatrici”.

Neppure i genitori nonostante gli allarmi lanciati, l'ultimo poche ore prima del delitto, per la procura “potevano prefigurarsi l'evento tragico del primo maggio, visto che né prima né dopo il verificarsi degli eventi patiti nel mese di aprile si sono mai recati in una caserma dei carabinieri o in un commissariato a sporgere denuncia contro Alberto Scagni”.

Nel corso dell'ultima telefonata tra Graziano Scagni, padre di Alice e Alberto, fatta poche ore prima dell'omicidio, l'operatore di polizia aveva consigliato all'uomo di presentare denuncia nei confronti del figlio. La denuncia però non è mai arrivata e questo aspetto viene sottolineato nella richiesta di archiviazione.

Va infine rimarcato – scrive Paola Crispo - che solo una specifica e circostanziata denuncia avrebbe consentito di apprendere tutti quegli elementi predittivi utili a circoscrivere una prognosi di pericolosità del soggetto in sede penale, e all'autorità giudiziaria di adottare in via urgente misure contenitive cautelari o di sicurezza in presenza di patologia psichiatrica, come ad esempio la misura della libertà vigilata, della quale anche la signora Zarri (madre di Alice e Alberto, ndr) era stata messa a conoscenza dal proprio legale e di cui aveva parlato con la figlia il 24 aprile, dopo l'episodio dell'ulteriore danneggiamento alla porta della nonna e dopo che Alice stessa le aveva chiesto se non fosse il caso di fare una denuncia per la porta”.

La richiesta di archiviazione andrà adesso sulla scrivania del giudice per le indagini preliminari, i genitori di Alice e Alberto, difesi dall'avvocato Fabio Anselmo, hanno venti giorni per presentare quella che sembra una scontata opposizione davanti al gip.

Francesco Li Noce

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