Sono due uomini di 68 e 73 anni le persone arrestate nei giorni scorsi perchè ritenute responsabili di un fallito furto ai danni di un bancomat, a Lingotto Fiere, proprio nei giorni in cui a Torino si stava tenendo il Salone del Libro. Ma non solo, il più giovane dei due sarebbe anche responsabile di una rapina realizzata il 18 febbraio ai danni di una filiale Unicredit di Poirino, ma in quel caso avrebbe agito con altri 6 complici, tutti già arrestati proprio nel mese di maggio.
La rapina da 500mila euro a Poirino
A tradire il malvivente ormai in età da pensione è stata una traccia di dna lasciata su una maschera utilizzata durante il colpo e analizzata dai Ris di Parma. Dalle indagini dei carabinieri era poi emerso che gli indagati, in concorso tra loro e con diversi ruoli all'interno della banda, si sarebbero introdotti, travestiti e armati di pistola e coltelli, all'interno della banca e, dopo aver immobilizzato con delle fascette di plastica dipendenti e clienti, avrebbero prelevato il contenuto delle cassette di sicurezza: denaro contante, gioielli, pietre preziose e monete antiche per un valore complessivo di circa 500mila euro.
Il tentativo (fallito) a Lingotto Fiere
E proprio nel corso delle indagini legate alla rapina, col passare del tempo, sarebbe emersa la nuova "attività" del 68enne insieme al suo complice ancora più anziano. Un tentativo di furto al bancomat di Intesa Sanpaolo, situato all'interno del padiglione fiere Lingotto, poco prima dell'inizio della "Fiera del Libro". Utilizzando una lancia termica, i due uomini avrebbero cercato di rubare il denaro contenuto nello sportello di prelievo automatico.
Dopo aver forzato le porte di accesso all'area fieristica, i due hanno cercato di manomettere il bancomat facendo un buco di 30 centimetri di diametro. Ma l'operazione ha creato una cortina di fumo che ha attirato l'attenzione degli uomini addetti alla sicurezza.
Colti sul fatto, i due sarebbero scappati rifugiandosi nella vicina stazione ferroviaria, dove si sono nascosti in uno spazio ricavato da un’intercapedine per circa tre ore prima di fare ritorno alle loro abitazioni.
Il procedimento penale è attualmente in fase di indagini preliminari con relativa vigente presunzione di innocenza per i soggetti citati.
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