Franco Lepore, per gli amici - e cioè per tutta Varese - Checco, è nato il 16 agosto 1985 nella sua amata Lecce, dove ha iniziato a giocare al pallone sin da bambino nel settore giovanile. Nella sua lunghissima carriera gioca in diverse società, tra le quali Varese (dove compie la scalata alla serie B targata Sogliano), Nocerina, Lecce, Monza, Triestina, Pergolettese e Lecco: grazie a carattere, caparbietà e voglia di non mollare mai, con i suoi tre gol nella finale playoff con il Bari, ha trascinato i blucelesti in B, un evento accaduto l'ultima volta 51 anni fa (proprio oggi è arrivata la conferma della categoria da parte del consiglio federale: leggi QUI). Il centrocampista amato ancora oggi dai tifosi biancorossi, nella sua carriera ha conquistato ben sei promozioni: più vincente di così... (clicca QUI per il nostro commento).
Franco Lepore, un tuo sogno e un tuo rimpianto.
Il sogno è la possibilità di giocare in serie A anche se mi rendo conto di avere 38 anni ma ancora con lo spirito da ragazzino. Rimpianto? Tanti, ma il più grande è per mio padre che mi ha visto giocare per troppo poco tempo... È morto quando avevo dieci anni.
Partiamo della promozione del Lecco.
Una emozione grandissima che mi ha fatto piangere di gioia. Innanzitutto perché con la mia tripletta in finale ho contribuito alla promozione che mancava da 51 anni, poi perché abbiamo dimostrato quanto è importante la forza del gruppo. Ci abbiamo creduto sin dall’inizio ed abbiamo centrato un obiettivo incredibile che dedico a tutti i lecchesi e a mio papà.
Parliamo dei tuoi ricordi biancorossi?
Straordinari, ho ancora un legame con tanti tifosi, ho delle amicizie vere in città e posso tranquillamente affermare che Varese è la mia seconda casa.
Un ricordo dei tuoi allenatori varesini.
Sono stati maestri di vita: con diverse caratteristiche, tutti mi hanno insegnato qualcosa di importante di cui ho fatto tesoro per la mia carriera. Ricordo con piacere Sannino, era un sergente di ferro ma era anche uno di noi. Mangia era alle prime esperienze ed era come un fratello, Maran un mister eccezionale a livello psicologico e tattico, Carmignani una persona stupenda di grande esperienza, quasi un padre bravissimo a creare il gruppo. Lorenzini, poi, è stato un discepolo di Gedeone.
Sei molto legato ad Alessio Dionisi?
E come non esserlo, è stato un compagno di squadra straordinario, un amico, un mister molto preparato. Sono molto contento che dopo tanti sacrifici sia riuscito ad ottenere finalmente il giusto riconoscimento sia come allenatore che come uomo. È stato uno dei primi a farmi i complimenti per la promozione, assieme al presidente della Regione Attilio Fontana, che ricordo anche allo stadio Franco Ossola durante la mia esperienza biancorossa.
Parliamo delle stagioni al Monza, dove hai giocato con Boateng e Balotelli ma, soprattutto, hai lavorato per Berlusconi e Galliani.
Abbiamo vinto il campionato in Lega Pro: società super organizzata, si respirava l’aria della serie A. Dovevamo solo pensare ad allenarci e impegnarci al massimo, a tutto il resto pensava la società. Prima delle partite Berlusconi e Galliani ci davano una carica eccezionale: lì si cominciava a vincere prima di scendere in campo.
Progetti futuri?
Sono in scadenza di contratto, devo parlare con la società: sinceramente spero proprio di rimanere a Lecco.
Che consiglio dai ad un ragazzino che oggi inizia a giocare nel settore giovanile.
Di metterci tanta determinazione, impegno e caparbietà, soprattutto nei momenti difficili, che comunque arrivano. Di saper fare rinunce ma anche di continuare a studiare oltre che giocare. Poi devi avere dei sogni e devi volerli realizzare. Spesso io ripetevo a mia mamma che prima o poi mi avrebbe visto giocare in televisione o avrebbe letto il mio nome sulla Gazzetta: sogno avverato.
Segui il Varese?
Certo e spero con tutto il cuore nella sua rinascita: i biancorossi devono giocare in una categoria consona all'affetto dei loro tifosi. Poi, magari, un giorno chiuderò il cerchio della vita da dove l’ho aperto.
E cioè...
...tornerò a giocare a Varese: non adesso, più avanti… sono ancora giovane. Intanto il Varese risalirà di qualche categoria: questo è il mio grande augurio.
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