E' scattato il processo in Corte d'Assise in Tribunale a Savona sull'incendio avvenuto lo scorso 4 settembre 2022 al terzo piano del Padiglione Chirurgico che accoglie la degenze della struttura complessa Ortopedia e Traumatologia dell'ospedale Santa Corona di Pietra Ligure.
Davanti al giudice Fiorenza Giorgi con a latere il giudice Matteo Pistone, i magistrati ordinari e i giudici popolari, è comparso Samir Lamaan, accusato di omicidio volontario aggravato dai futili motivi, incendio doloso e lesioni volontarie, difeso dall'avvocato Stefania Fiore.
Il cittadino somalo e senza fissa dimora, che si trovava ricoverato per una frattura al femore nel nosocomio pietrese dopo aver preso parte a una rissa in Piazza del Popolo a Savona, dopo essere stato individuato come potenziale colpevole dell'incendio, aveva manifestato ripetutamente l'intenzione di allontanarsi.
Proprio per questo pericolo di fuga, unito a quello di reiterazione di reati simili, nei suoi confronti era stata applicata la custodia cautelare in carcere a Marassi. Pare comunque che le fiamme siano scaturite da un accendino in prossimità di una bombola d'ossigeno.
Fortunatamente il sistema antincendio di cui sono dotate le camere delle strutture ospedaliere, unito all'intervento tempestivo del personale e dei vigili del fuoco, hanno evitato che si propagasse al resto della palazzina.
A seguito del rogo era mancato Franco Arrigoni, 94enne originario di Vercelli e due settimane dopo anche una donna con l'Asl2 che aveva specificato che il quadro clinico che aveva portato al decesso non appariva correlabile con il rogo. Due sanitari inoltre avrebbero riportato lesioni gravi per via del fumo inalato.
Nella prima udienza sono stati ascoltati i testimoni scelti dall'accusa dal Pubblico Ministero Elisa Milocco.
Il dottor Armando Muscella, medico psichiatra del reparto di Psichiatria all'ospedale San Paolo di Savona aveva visitato Lamaan.
"Il paziente era stato trasferito nel reparto di medicina d'urgenza dove però non riuscivano a gestirlo e allora era stato mandato nel nostro reparto - ha spiegato in aula - si dimenava, voleva alzarsi e voleva essere dimesso. Era in uno stato di agitazione, diceva sempre 'dove sono i miei soldi, ridatemi i miei soldi' ma non aveva problemi psicologici, non era stata evidenziata una psicosi maggiore. Se c'è una sintomatologia acuta in due giorni sarebbe emersa".
A conclusione dell'incidente probatorio che era stato svolto dal perito della Procura Gabriele Rocca era stato giudicato capace di intendere e di volere.
Ad essere ascoltato anche un appuntato scelto dei carabinieri della stazione di Finale Ligure che ha specificato le modalità di intervento quella notte.
"Alcuni degenti ci indicavano un soggetto di nazionalità somala in evidente stato confusionale. Era sdraiato su un lettino, aveva i peli delle tibie bruciati recenti (tutta la parte scoperta del pantalone era bruciata) e cercava di alzarsi durante le operazioni di spostamento - ha spiegato - Ci era stato riferito che era stato lui e che fumava in camera (una signora l'aveva visto), con gli infermieri che gli avevano detto di non farlo".
Oltre ai vigili del fuoco che sono prontamente intervenuti per spegnere il rogo quella sera anche semplici cittadini hanno fornito la loro versione dei fatti.
"Sono uscito poco prima della mezzanotte dall'ospedale e vedevo delle fiamme che iniziavano a propagarsi e non c'era ancora fumo. Sentivo dire agli operatori che aveva preso fuoco ed era stato dato l'allarme - puntualizza Roberto Saracco che aveva portato all'ospedale la mamma 92enne che ha poi ricordato quei difficili momenti fotografando anche lo stesso Lamaan che era disteso per terra - Tutti gli infermieri dicevano che tutti i pazienti erano dentro. Sono salito penso al primo piano e lì sentivo il rumore dell'impianto antincendio. Ho visto gli infermieri che si tenevano la bocca con un fazzoletto e abbiamo aiutato un anziano sulla sedia a rotelle a scendere le scale. Al pronto soccorso ho visto arrivare persone con la maschera d'ossigeno, nere in volto, una è scappata con le sue gambe perchè ha detto che rischiava di lasciarci la vita".
Il Maresciallo Matteo Magra della sezione operativa della Compagnia dei carabinieri di Albenga ha illustrato l'attività indagine che è consistita nel recarsi sul posto, constatare quello che fosse successo, ascoltare i testi e successivamente è stata effettuata un'attività di sintesi di tutte le fonti. Oltre ad effettuare sopralluoghi e rilievi sui materiali era stata acquisita tutta la documentazione medica di tutti i ricoverati in ortopedia e chi era rimasto coinvolto nell'incendio.
"Lamaan era stato sottoposto alla terapia alle 23.40 e 5 minuti dopo è scattato l'allarme. La tempistica era troppo stretta perchè potessi esserci una causa accidentale" ha specificato il militare.
Oltre ai sopralluoghi nella stanza erano sono state fatte delle prove innescando l'incendio con una sigaretta, poi con un liquido infiammante che ha visto bruciare il cuscino e il materasso in 5 minuti e invece solo con l'accendino e senza accelerante con una velocità meno accentuata.
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